Nord e Sud - anno II - n. 10 - settembre 1955

.. contro i comunisti, avrebbe ragione di scandalizzarsi perchè Russo (forte anche di una indicazione di Rossi-Doria, ripetuta più avanti in questo n11mero di Nord e Sud) auspica e sollecita una più organica ed impegnativa politica della emigrazio·ne (cfr. Il Contemporaneo, 6 agosto). Tutte le volte che gli Enti di Riforma si pongono questi problemi di emigrazione, all'e• stero e all'intem·o, essi meritano il nostro consenso; mentre deve essere svelato e denunciato il comportamento dei comunisti, che, per assai discutibili fini politici, diffondono e alimentano fra i contadini il sospetto che li si voglia « imbrogliare >> (pag. 187). Ma in altri casi, che Russo mette in chiara evidenza nella sua seconda corrispondenza dal Fucino (pagg. 194-211), gli Enti non meritano affatto il nostro consenso; e anzi, certi loro atteggiamenti devono essere denunciati ad alta voce: così quando ci si trova in presenza della loro degradazione a strumenti di pressione e di discriminazione politica, del loro accaparramento da parte di O•rgani locali o nazionali della Democrazia Cristiana. Non è un tema nuovo per noi, questo: si veda la nostra polemica a proposito dei conveg,ni democristiani degli assegnatari, la nostra risposta alla lettera inviataci dall~amico Ramadoro, gli accenni nell'articolo pubblicato in questo numero sui quadri democristiani. Noi ricordiamo il clima pionieristico negli Enti e intorno agli Enti quando si mise mano alla riforma: oggi non possiamo non essere seriam·ente preoccupati del fatto che, come conferma Russ·o a proposito del Fucino, « è subentrata una sospettosa prudenza appena si accenna all'attività dell'Ente »; che <c sembra che sia calata su tutti una cappa di conformismo»; che, c< ad Avezzano, una famiglia su quattro ha un parente che dipende dall'Ente » e che cc per essere assunti non occorrono competenze o titoli di studio particolari », ma cc è indispensabile il beneplacito della D.C. o del clero ». Tutto ciò il Russo ha rilevato in aprile ad Avezzano, ma è rilevabile anche altrove, a Foggia, Matera, Cosenza, in misura maggiore o min·ore: ovunque il clima di pionerismo si sta dissolvendo « sotto la cappa del conformismo »; il quale, magari, è assai più la conseguenza di una antica malattia indigena, ridestatasi, che non della specifica pretesa del p·artito democristiano. Ma intanto, a riassumere le nostre preoccupazioni, possiamo trascrivere le parole di un ,giovane repubblicano intervistato da Russo ad Avezzano: « La gente tace, sta a vedere, si adatta, perohè tutti, dal disoccupato che può ottenere un ingaggio anche se saltuario all'autista di piazza, al piccolo industriale a cui è stato fatto balenare un prestito, sperano, oggi o domani, di av,ere anche loro una briciola dì danaro. Chi fa la parte del moralizzatore è mal visto. La conseguenza maggiore del paternalismo e del clientelismo dell'Ente, che in nQ1Jl? çlell~ '~r9çiata' anticomu:nista Bibloteca Gino Bianco

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