Nord e Sud - anno II - n. 10 - settembre 1955

ad alto livello, ma servizi giornalistici, obiettivi meditati informati; che le nostre riserve si rivolgevano contro la leggerezza tendenziosità superficialità I di certi inviati speciali, non contro la necessaria e anzi p,reziosa semplicità del genere di corrispondenza discusso. In quello scritto, per una specie di pudore di parte, non volemmo citare come corrispondenze esen1plari quelle che il nostro amico Giovanni Russo veniva pubblicando su Il Mondo fin dal 1949; le quali, pur trovando sede degna •ed opportuna nel settimanale ad alto livello culturale, avrebbero potuto comparire, senza radicali modificazioni di forma o di contenuto, anche su un quotidiano o su un settimanale dagli intendimenti più divulgativi che culturali; tanto è vero che, da qualche mese, Il Corriere della Sera)' assicuratasi la collaborazione del Russo, è venuto pubblicando alcuni suoi servizi, da cc paesi » del Sud, di notevole interesse: al punto che a loro volta avrebbero potuto ben figurare anche su Il Mondo. Ora che Gio,vanni Russo ha raccolto in. volume (« Baroni e contadini», Laterza, 1955) le sue principali corrispondenze dal Mezzogiorno, vogliamo invece cogliere proprio l'o-ccasione che egli ci ·offre per riprendere il discorso già avviato con la nota pubblicata sul N. 4 di Nord e Sud) ed estenderlo ad alcuni problemi centrati dal Russo nelle sue corrispondenze. Perchè qui proprio sta il p4nto che più ci interessa a p-roposito dei <e viaggi nel Sud » : Russo centra dei problemi, ne fissa i termini e ne fa consapevole il lettore. Non ci hanno detto nulla di nuovo i numerosi scritti « meridionalisti » che hanno sollevato in questi anni un certo rumore per la loro audacia formale, come fenomeni d'avanguardismo letterario; nè ci hanno interessato quei testi che ambiziosamente si sono venuti proponendo come frutti di un'esperienza u nuova », o come impegni a revisionismi tanto più confusamente velleitari quanto più verbosamente radicaleggianti; tanto meno ci sono piaciuti certi reportages ufficiosi, compilati e distribuiti ad edificazione dei governi o delle opposizioni. Apprezziamo molto, invece, in Giovanni Russo quel suo collocarsi in una tradizione di pensiero e di studi, con la sua esperienza politica, recando il contributo di un lavoro tanto scrupoloso quanto appassionato alla polemica liberale e meridionalista; nella quale, appunto, da qualche anno ci siamo riconosciuti compagni di via, noi che siamo a Napoli, lui che è andato a Roma, Ciranna che è restato a Potenza, e altri amici di Napoli, Basilicata, Puglie e Calabria: tutti con la stessa cc formazione intellettuale educatasi all'insegnamento di Croce, il cui pen- · siero filosofico e storico, sempre nutrito di rigore morale, mentre aveva aiutato a superare, con la critica del concetto di classe, il pregiudizio sociale, aveva reso vigili nei confronti di ·ogni mito intellettualistico » (pag. 9); e perciò tutti sensibilissimi all'insegnamento di Rossi-Daria, che ha gettato BiblotecaGino Bianco

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