tenacia con le quali i promotori dell'istituenda provincia si sono, battuti: prima presso i comuni interess_ati e poi presso i membri delle assemblee I legislative. Sono ben poche, infatti, le ragioni obiettive a sostegno dell'aspirazione di Isernia. Tali ragioni vengono indicate ancor ·oggi, tranne qualche aggiunta poco pertinente, nelle stesse di cinquant'anni fa; sia perchè l'origine del fenomeno consiste piuttosto in fatti politici e psicologici che in situazioni materiali, sia perchè è consuetudine delle classi dirigenti meridionali brucare negli esauriti pascoli paterni. La Provincia di Campobasso, istituita nel 1811, rappresenta una unità etnica, storica, geografica, niente affatto artificiosa; compresa tra l'Adriatico, il Matese e i corsi del Trigno e del Fortore, essa ha un'estensione di circa 5.000 Km2 e una popolazione di 420.000 abitanti ripartita in 136 comuni. L'istituenda provincia di Isernia occuperebbe invece meno di 2.000 Km2 ed avrebbe una popolazione di 110.000 abitanti compresa in 53 comuni. Può quindi pacificamente constatarsi che il lVIolise è ·tra 'le più vaste province d'Italia; e che molti comuni, da Isernia non molto lontani, distano oltre 100 chilometri da Campobasso. Su questi due elementi, dell'estensione e della distanza, si è in gran parte fondata in passato, e si fonda ancor oggi, la richiesta di istituzione della nuova provincia. Non pàre infatti che altre ragioni possano essere invocate validamente: la stessa antichissima origine di Isernia, città che risale a vari secoli prima di Cristo, e l'atroce distruzione subita nell'ultima guerra, sono titoli nobilissimi che, invocati a sostegno di un problema essenzialmente tecnico, si riducono a orpelli retorici. Resta quindi il problema dell'estensione e delle distanze. Ma anche que- . sto motivo ha perduto, negli ultimi anni, buona parte della sua validità. A parte la considerazione che nel Mezzogiorno esistono altre province, quali Foggia, Bari, Salerno, Potenza, Cosenza, Cagliari, Nuoro e Sassari, di estensione eg~ale o superiore a quella del Molise, non si può ignorare che le distanze, nel 1955, si misurano sul contachilometri di relativamente sempre più veloci mezzi di trasporto; ed è evidente che, riducendosi le distanze, si riducono anche gli inconvenienti cui i lunghi viaggi assoggettavano i cittadini che nel capoluogo affluivano per _il disbrigo delle pratiche. Intendiamoci: non è che sia facile oggi, a chi abita nell'Alto Molise, raggiungere Campobasso: ma nemmeno può ignorarsi che le opere stradali realizzate ·o in corso di esecuzione da parte della Cassa del Mezzogiorno tendono a progressivamente modificare gli antichi termini della questione. Un esempio in proposito, che non riguarda la zona d'Isernia,_ ma che è profondamente indicativo delle possibilità di rovesciare intere situazioni, è offerto dal cosidetto « Fondo valle del Biferno » che presto congiungerà Termoli a Napoli, attraverso Guardiaregia e Piedimonte d'Alife, e che ridurrà a quaranta minuti · Bibloteca Gino Bianco
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