' GIORNALEA PIU VOCI Le inquietudini dei comunisti L'opinione pubblica prese alcuni mesi fa qualche passione alla lotta di tendenze interne che sembrava disegnarsi nel Partito Comunista Italiano, al contrasto che, come allora si disse, opponeva i ' duri' ai 'molli ', gli operaisti, settatori di un movimento che si curasse principalmente delle sue élites proletarie, potenziandone la vocazione rivoluzionaria, ai frontisti, che avevano sostenuto fino a quel momento e continuavano a patrocinare una politica più duttile, ·che facesse del P.C.I. la punta di diamante di un più vasto movimento popolare. Ovviamente, l'wtitesi, posta in questi termini, era di un semplicismo sconfortante (ed istruttivo sull'intelligenza dei nostri osservatori politici): era infatti estremamente improbabile che vi fosse un sol comunista che potesse far sua, così formulata, la tesi cosiddetta operaistica, poichè questa non solo era contrastata dallo sviluppo del comunismo in Italia negli ultimi dieci anni e dalla realtà stessa del paese, ma era altresì contraddetta dalla strategia di tutto il comunismo mondiale. I comunisti sanno benissimo che le piccole eresie ed isterie rivoluzionarie non servono a niente. E semmai si voleva dare una verisimiglianza alla tesi dei 'duri' bisognava correggerla nel senso che essa si proponeva di criticare un processo di involuzione che aveva portato ad un progressivo imborghesimento · del partito, ad un'elefantiasi burocratica e ad un allontanamento dallo ·spirito delle genuine lotte proletarie. Posta in questi termini, la critica alla cosiddetta 'linea Togliatti' ,coglieva delle deficienze reali della politica comunista in Italia e riusciva ad esprimere, almeno in parte, le ragioni di un grave disagio: le ragioni più superficiali, però, perchè l'analisi avrebbe dovuto essere approfondita, fino a rimettere in discussione tutta la politica del P.C.I. dal 1943 in poi. La tattica frontista non era stata, infatti, che il prolungamento dell'audace capovolgimento della politica rivoluzionaria patrocinata dal partito, capovolgimento che Togliatti aveva operato nella primavera del '44. Allora I Bibloteca Gino Bianco
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