,, quello del 1952, l'Italia settentrionale avrebbe dovuto essere sottoposta ad un'incidenza pari al 21,88 % del reddito, anzichè del 19,30 %, come in realtà si verificò; mentre l'incidenza per le altre ripartizioni avrebbe dovuto discendere dal 21,85 % al 20,20 % nell'Italia Centrale; dal 20,28% al 17,17% nell'Italia Meridionale; dal 21,29 % al 17,27 % nell'Italia Insulare, e dal 20,20 % al 17,07 % nell'intero Mezzogiorno. Ancl1e da queste cifre appare quindi evidente come il nostro sistema fiscale - sopratutto a causa del peso prevalente delle imposte indirette - conduce ad u11aripartizione territoriale del carico tributario che non ap·pare esseye in armonia col « principio del sacrificio propor~ionale » (12 ). È evidente che questi risultati della nostra analisi potrebbero subire variazioni anche apprezzabili qualora le ipotesi sulle quali essi si fondano venissero sostituite con altre ipotesi, capaci di farci maggiormente avvicinare alla realtà. Ma sembra difficile, d'altra parte, ammettere che le rettifiche da apportare alle elaborazioni in forza delle dette nuove ipotesi possano condurre a conclusioni notevolmente diverse da quelle alle quali • • • siamo qui pervenuti. \ ( 12 ) L. E1NAUD1, Pri·ncipi d,: Scienza delle Finanze, Einaudi, 1952, p. 107-122. Bibloteca Gino Bianco
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