Nord e Sud - anno II - n. 10 - settembre 1955

e nel Mezzogiorno, non consiste, come a volte intendono coloro che pur sono fra i più inte\ligenti e coscienziosi democristiani, nel fatto che questa politica « si limita ad essere soltanto un fatto giuridico che non muta i rapporti umani esistenti» dato che si esplica << all'interno del sistema», nel quadro dello « stato borghese » : al di fuori del quale, dobbiamo ricordare, non si sono poste nè l'esperienza laburista nè quella newdealista; cioè, piaccia o non piaccia, le due rivoluzioni democratiche del mondo moderno. Ma il limite della politica riformistica italiana consiste appunto negli atteggiamenti paternalistici, denunciati nel convegno di Matera; i quali pe_rò derivano appunto anche dalle impostazioni dottrinarie che non sono permeate da una moderna sensibilità liberale. Tanto per fare un esempio, si pensi all'iniziativa dei cosiddetti << gruppi d'inchiesta», sui quali si dovrebbero permanentemente· articolare nelle zone di riforma agraria le sezioni giovanili locali della D.C.: -iniziativa promettente, anche se ancora incerta; ma c'è il pericolo che essa si risolva, ·come già quella dell'assistenza sociale, in una generica e petulante attività di sottogoverno, sia pure verniciata da una facciata di << ipotesi culturali di tipo nuovo», sia pure ispirata dall'intenzione di « salvare l'anima antica>>dei contadini. Quanto all'insofferenza per « le teorie delle aree depresse di derivazione americana», può darsi che, applicate, esse appanneranno la « lucente dolcezza meridionale>> e dissolveranno il suo << duro mistero>>; noi ce ne rallegreremo, se, con la << dolcezza >>e il << mistero >>,perderemo il meno dolce e meno misterioso costume del sottogoverno. Si può infatti concludere questo lungo discorso ai nuovi quadri democristiani - un discorso che vuol essere anche un richiamo a più piccole, ma più tangibili realtà - ricordando che l'invadenza politica degli Enti di. Riforma, la diffusa corruttela locale, le discriminazioni, il clima da « opere del regime >>, il clientelismo riadagiatosi in più attuali ed ampie strutture, sono gli obiettivi da abbattere per una gioventù democratica, consapevole dei suoi compiti. Il loro abbattimento rappresenta il passaggio obbligato per consentire alla questione contadina e alla questione mer~dionale di fare un effettivo passo avanti verso ·una soluzione civile; ma non si dimentichi che tutti i fenomeni di sottogoverno sono anche conseguenza di impostazioni ideologiche che, sorde di fronte ai problemi dello Stato moderno, .spingono anche una parte fondamentale di quella gioventù a disertare suo malgrado il fronte delle pubbliche libertà. Bibloteca Gino Bianco ( •

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