democristiano; esortazione alla scelta di dirigenti « più seri invece che più democristiani» (qui è il direttore di Terza Generazione che parla); ripudio di ogni tentazione alla discriminazione politica; franco riconoscimento del fatto << che proprio il partito della D.C. con certo vecchio personale non sempre è stato all'altezza della situazione» (qui è l'on. Colombo che parla). D'altra parte, non fu bene accolta dal Convegno l'imprudente e discutibile affermazione del prof. Rama doro, Presidente dell'Ente di Riforma per le Puglie, Basilicata e Molise, a proposito delle assegnazioni definitive di terra: che cioè << queste ultime sono fatte con molta pru,denza, dopo aver vagliato dal punto di vista morale e sociale che il contratto stesso sia meritato »; e ch•e « non sono stati confermati quegli assegnatari che non av,e- , vano compreso lo spi,ritodella riforma e che si erano introdotti per sabotare e sobillare>> (Basilicata, 10 aprile 1955). Questi, contro la degenerazione paternalistica degli Enti di Riforma, i monopoli, le clientele, le discriminazioni politiche, ecc., sono appunto motivi liberali, che, come vedremo, devono rianimare la politica riformistica e che non possono essere trascurati come lo sono stati negli anni trascorsi; sono motivi, altresì, che non hanno nulla a che fare con le teorie sul1' « anima antica» da salvare e sui « valori tradizionali da non appiattire>>, ma rappresentano elementari criteri del <<buongoverno>>. Inoltre, al di là del convegno cui abbiamo fatto riferimento, c'è da prendere atto del rilevante contributo recato da coloro che sono impegnati nello studio concreto delle aree depresse; studio che, bongré malgré, riecheggia esperienze di una civiltà che non è di certo quella greco-cristiana del vergine mondo contadino. Nè si può dire che questo contributo tende a definire quelle « ipotesi culturali di tipo nuovo» di cui si è letto su Impegno Giovanile, ambiziosamente indicate come << tali da superare da una parte la posizione marxista e gramsciana dell'alleanza dei contadini del Sud con gli operai (lel Nord e dall'altra la teoria delle aree depresse di derivazione americana». Queste <<ipotesi culturali di tipo nuovo» restano altrettanto oscure e indefinite, altrettanto rischiose, delle tesi, << contadine >>,di Terza Generazione; mentre quei democristiani che sono impegnati nello studio concreto delle aree depjresse si muovono necessariamente sul piano delle più' moderne elaborazioni, laburiste e newdealiste, del pensiero economico anglosassone. L-a yerità è che il limite sostanziale della politica riformistica, in Italia Bibloteca Gino Bianco
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