tico, ebbe qualche influenza negativa an.ni più tardi su altri giovani cattolici che da essa passarono a conclusioni catastrofiche: che fallimentare fosse non solo il personale prefascista, ma tutta la borghesia risorgimentale e infine tutta la civiltà borgl1ese; che del passato poco o nulla vi fosse da salvare e che occorreva creare dei punti di leva, per la costrt1zione di una civiltà 'sana', nelle masse contadine, depositarie di valori sapienziali misconosciuti e soffocati dalla cosiddetta rivoluzione liberale ». (Gabriele De Rosa, in Dieoi anni dop10. Laterza, 1955, p. 255). Se queste sono le premesse, è facile dedurne che la sensibilità sociale dei nuovi quadri democristiani si può risolvere a detrimento della loro maturità politica. Perciò sorge una certa diffidenza di fronte ai larghi consensi che presso alcuni di essi trova la formula dell'apertura a sinistra: la quale appare intesa come un concordato fra cattolici e socialisti sulla base di espresse e sottintese formulazioni ideologiche e politiche antiliberali e antirisorgimentali. Si tolga ad esempio un altro periodico milanese, organo di un altro gruppo giovanile democristiano, quello disposto a maggiori audacie degli altri sulla strada dell'apertura a sinistra: ivi si poteva leggere, in un paragone con la situazione francese, nel momento di Mendès France, una perentoria domanda sulle prospettive della democrazia in Italia: « si tratta di domandarsi se le strutture liberal-borghesi, su •cui si fondano la società e lo stato italiani, possano consentire un ulteriore processo d' espansione; o se invece non sia necessario, ai fini di un qualsiasi sviluppo, porsi il problema del superamento di tali strutture e quindi, sul piano politico, del passaggio da una composizione di forze che rimane interna al ·sistema ad un'altra composizione che consenta di uscire da esso » (« Mendès : una illusione in Italia>>di Antonio Santaquirica, su Il Ri.belle e il Conformista, a. I, n. 1, gennaio 1955). È appena necessario dire che chi pone così la domanda propende per la seconda risposta. Ma, queste espressioni, « dentro il sistema » o << fuori del sistema », non possono non sollecitare la no- . stra diffidenza, perchè, dietro di esse, vediamo appunto profilarsi la confusione fra istituzioni liberali ed interessi del cosidetto << blocco proprietario » ; confusione che, non saremo noi a negarlo, è improvvidamente alimentata dagli atteggiamenti del liberalismo ufficiale; sappiamo però che da tale confusione può nascere una politica audace di sinistra economica nel quadro di una pesante politica di destra morale. E qui si avverte . anche il limite del meridionalismo di tutte le correnti, più o meno avanzate, che alimentano la formazione dei nuovi quadri democristiani; alla Bibloteca Gino Bianco
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