Nord e Sud - anno II - n. 10 - settembre 1955

lice per le possibilit~ di equivoci e di indiscriminati accostamenti che suggerisce e la cui sola indicazione chiara è appunto quella di un'agiografia che nel volume si voleva evitare, Il Secondo Ri ... sorg1:mento rappresenta un valido contributo ad un ripensamento del problema della Resistenza fuori di ogni oleografia: prendere l'insurrezione armata, che ha inizio nel '45, come un cominciamento assoluto per narrare la storia di un popolo tutto unito - operai contadini borghesi - nella rivolta vuol dire mettersi per la strada sbagliata, incuranti della vera sintesi, preoccupati solo di un equivoco sincretismo. Non giova certo alla comprensione storica (e forse neppure alla polemica politica) astrarre dalla storia d'Italia del primo cinquantennio del no... stro secolo il fenomeno della Resistenza e farne un blocco solitario, una sorta di irripetibile primavera dello spirito; meno ancora giova vedervi la manifestazione dell' antistoria d'Italia, o meglio, la finale apertura di una storia segreta del nostro Paese costruita da classi non prima giunte alla dignità di soggetti di azione politica. A che cosa porta la negazione totale del passato o il riattaccarsi ad una parte soltanto di esso (meglio alle azioni che in quel passato ebbe a compiere una singola parte politica) se non alla soppressione della esigenza fondamentale della conoscenza e dell'interpretazione? Non si potrà mai, ad esempio, fare storia della Resistenza (a meno di non ridurla ad una mera cronaca di fatti d'armi), delle sue ideologie, dei suoi programmi politici e di tutti i fermenti che la lievitano, senza fare insieme la storia BìblotecaGino Bianco di tutta la Resistenza al fascismo, dal suo primo apparire, e quasi si direbbe . . . innanzi ancora la sua appar1z1one: qui la periodizzazione non è un fatto di comodo, ma una scelta resa obbligatoria dall'esatta interpretazione del processo storico. Giusta sembra, dunque, l'idea di mettere, innanzi a tutta la raccolta, i saggi , di Aldo Garosci, << Gli 1:deali dz· libertà dal Risorgimento alla crisi· fascista», e di Luigi Salvatorelli, << L'opposizione democratica durante il fascismo », che introducono benissimo alla materia. Quello di Garosci è un lucido ripe11samento ideologico - conformemente al gusto e alle propensioni dell'autore - delle vicende della storia unitaria italiana, dove la co- . noscenza dei fatti ed anche le polemiche storiografiche più vive ed importanti sono presupposte ed il giudizio acquista sovente rilievo da un sottinteso polemico che il lettore esercitato coglie abbastanza facilmente. Non vi sono riserve sostanziali da avanzare sulla trama generale del saggio, che è poi quella della Storia d'Italz·a crociana e della più matura storiografia storicistica post-crociana, ravvivata tuttavia dalla finezza con cui in punti particolari si approfondiscono i giudizi dei precedenti studiosi: semmai sarebbe da osservare che -y'è una certa sproporzione nella costruzione e che forse, data l'impostazione di tutta la pubblicazione, si sarebbe preferito che le prime pagine fossero più rapide e che invece più nutrito fosse il manipolo di quelle dedicate al primo ventennio del secolo. Sarebbe stato conveniente, ad es., fermarsi più a lungo alla guerra di Libia che

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