Nord e Sud - anno II - n. 10 - settembre 1955

_ .. come minoranza, a un costo politico che è attenuato dalla forza che le deriva di essere maggioranza in Italia. Nel secondo caso, il 'nuovo corso' organizzativo fallirebbe rapidamente, per la impossibilità di dar luogo a un 'nuovo corso ' politico >>. E ancora, in sede di valutazione particolare del << nuovo corso» demo-, cristiano, a proposito delle secessioni dal Partito Comunista in Calabria studiate da Giovanni Cervigni (Nord e Sud, a. II, n. 6), avemmo occasione di osservare che: <<••• le vecchie clientele ebbero buon gioco ad improvvisarsi ' iniziativiste ' e ' fanfaniane ' fra le quinte del Congresso di Napoli. D'altra parte, esse accoglievano di buon grado la frustata attivistica, che forniva loro l'occasione di rivestire una dignità di partito moderno e di accingersi ad utilizzare i nuovi strumenti organizzativi, per consolidare, o ristabilire, situazioni trasformistiche di nuova forma ma di vecchio contenuto». C' é da ritenere, quindi, che il « nuovo corso >> democristiano nel Mezzogiorno, a parte i risultati immediati del maggiore impegno organizzativo, denunci alcune gravi incertezze - prevedibili cfel resto - di carattere politico; e rischi di risolversi in velleitario attivismo ove non lo si voglia fermamente condizionare all'esigenza di insediare, fra le posizioni chiave del partito nelle provincie meridionali, nuovi, efficienti e consapevoli quadri dirigenti. Certamente Gullotti rappresenta un progresso rispetto ad Aldisio e Mattarella, dal punto di vista di una impostazione più moderna della lotta politica; mentre non rappresentano certo un progresso i molti Mattarella che si sono camuffati opportunisticamente da Gullotti, dopo il Congresso di Napoli. C'è però da chiedersi, anzitutto - al di là delle impostazioni più o meno moderne, o più o meno personalistiche, della lotta politica - quali siano gli obiettivi immediati e le prospettive a lunga scadenza che i nuovi quadri si propongono. Perchè, se per questi nuovi q-uadri l'obiettivo immediato si riassumesse nella vaga e vana aspirazione di un nuovo 18 aprile, ne risulterebbe evidente che essi non potranno tener nessun conto delle preoccupazioni avanzate, per esempio, nel citato articolo dei giovani democristiani milanesi. E così, a proposto di questi ultimi, e di loro amici meridionali, c'è da rilevare che, se le loro prospettive a lunga scadenza derivas- . sero effettivamente dall' << aver letto Dorso e Gramsci>>, di fronte a questo [10] Bibloteca Gino Bianco

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