Nord e Sud - anno II - n. 10 - settembre 1955

sviluppo delle zone depresse»; « sottoscrizione nazionale per il potenziamento del partito nelle zone depresse »; << giornata nazionale per lo svi1uppo delle zone politicamente depresse»; << mostra artistica per le zone depresse»: queste le prime manifestazioni organizzative, fra il luglio e il dicembre del 1954, della Segreteria Fanfani, al fine di « accompagnare nelle zone depresse l'elevazione economica con l'elevazione politica » ; per creare, cioè, secondo le parole dello stesso on. Fanfani (al citato << convegno di esperti per lo sviluppo delle zone depresse») « una D.C. straordinariamente attiva, capace di svolgere in ogni luogo un'intensa azione; una D.C. con sedi aperte, con sezioni funzionanti, con dirigenti attivi, con propagandisti preparati, con amministratori e parlamentari continuamente a contatto con il corpo elettorale ». Si confrontino però queste parole dell'on. Fanfani con quelle che si possono leggere sul noto periodico milanese, colpito nel luglio dai provvedimenti disciplinari della Segreteria, senza dimenticare che tale periodico era l'organo ufficiale della corrente denominata << La Base », che, nel Congresso di Napoli, si qualificò come l'ala sinistra della maggioranza di « Iniziativa democratica >>. << Val di più fare un investimento di fiducia su quei gruppi di giovani e di intellettuali che per aver letto Dorso e Gramsci si trovano in minoranza nei comitati provinciali del Partito e sono comunque destinati ad espandersi con vivacità sulla linea del progresso storico della società meridio11ale, oppure su quelle maggioranze cariche di interessi e di privilegi che non riusciranno ad impedire la loro disgregazione nemmeno se hanno sostituito alle tradizionali 'mense gratuite per gli elettori ' la moderna sede del Partito, attrezzata convenientemente di televisori e biliardino? Noi rite11iamo che non sia possibile promuovere una politica di sviluppo delle zone depresse qualora si eviti di rispondere ad un simile interrogativo, e questo perchè muoversi in una direzione vuol dire illudersi di essere forti, ma incamminarsi nel vicolo cieco di un'alleanza tra debolezze cl1e portano a Castellammare di Stabia; mentre scegliere diversamente vuol dire correre il rischio di apparire deboli, m~ uscire dall'immobilismo e rendersi protagonisti di quel risveglio politico e civile che è necessario determinare nelle comu11ità sottosviluppate per conquistare nuova forza tra le classi popolari ... Le conclusioni sono ormai chiare. Per affrontare realmente e al di fuori di ogni illusione riformista ed organizzativa il problema dello sviluppo politico delle ' aree depresse ' è oggi necessario correre il rischio di una coraggiosa esclusione di ogni compromesso con le destre, di ogni utilizzo dentro e fuori i1 Partito delle vecchie [8] Bibloteca Gino Bianco

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