2) risulta altres~ peggiorata la posizione del Mezzogiorno continentale, per quanto concerne la produzione media realizzata nei suoi pastifici: infatti la produzione media realizzata nei pastifici del Nord, del Centro e delle Isole ammonta al 79,<J0/47, 9<'/4e 59,3 per cento di quella realizzata 11ei pastifici del Sud, di contro alle percentuali già osservate per il 1936 (rispettivamente 36,7%,39,2% e 24,1%); 3) l'alto numero medio di addetti per esercizio, di contro alla produttività media per addetto comparativamente inferiore, denuncia una minore meccanizzazione dell'industria del Sud; sotto questo aspetto la migliore posizione sarebbe quella realizzata dalle Isole, vale a dire della Sicilia, che però, accanto ad un alto grado di meccanizzazione, presenta una minore ampiezza media degli esercizi (come si deduce dalla minore produttività 111ediaper esercizio). \ Sebbene, quindi, il Mezzogiorno continentale non presenti il più alto grado di inutilizzazione degli impianti (grado di inutilizzazione su cui abbiamo già -avanzato le nostre perplessità), rimane assodato che le sue posizioni relative hanno subito un processo regress~vo: processo, quel che importa, dovuto non soltanto al miglioramento dell'industria della pasta conseguito altrove, bensì proprio ad una minore velocità di moderri~zzazione delle strutture meridionali. Talchè le difficoltà si appalesano più · gravi proprio là dove l' « arte bianca >> era un giorno particolarmente fiorente e sembrava destinata a sempre maggiori sviluppi. Il disegno delle trasformazioni. dell'industria della pastificazione qui t1 acciato - un disegno sia pure sommario ed affetto da quelle esplicite riserve che più d'una volta abbiamo dovuto e voluto avanzare -, consente di individuarne le direttrici principali: 1) nella diffusione dei complessi pastificatori dalle regioni di tradizionale localizzazione alle altre regioni della penisola; 2) nel progressivo incremento della meccanizzazione e della potenzialità produttiva del settore. Ed esso permette altresì di additare, come le determinanti di questa evoluzione, una serie di fattori d'ordine « naturale >> (progressi tecnologici, mutamenti nelle abitudini dei consumatori, ampliamento del mercato interno) ed una serie di fattori d'ordine « accidentale >> ( eventi bellici, politica economica e commerciale, esigenze sociali [97] Bibloteca Gino Bianco I
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==