Nord e Sud - anno II - n. 9 - agosto 1955

tamenti del Mezzogiorno o perchè ad esso si debbono nel Mezzogiorno gli spostame11ti elettoralmente più rilevanti di questi dieci anni; ma soprattutto perchè è da esso che sembrano dover derivare le indicazioni più gravi di conseguenze verso tutta la società italiana, oltre che verso quella meridionale. L'org~ni~mo in cui si è tradotta la politica meridionalistica del P.C.I. t· il « Movimento nazionale per la Rinascita del Mezzogiorno >>, fondato nel gennaio del 1950 come prosecuzione ed ampliamento di un precedente << Fronte democratico del Mezzogiorno», fondato a Pozzuoli nel dicembre del 1947. Il << Movimento per la Rinascita » tenne a Bari nel maggio del 1951 un I° Congresso del Popolo del Mezzogiorno; e ne ha tenuto più recentemente un II0 a Napoli, nel dicembre del 1954. Di questo secondo Congresso sono stati pubblicati gli « Atti >> in un supplemento al n. 1 del 1955 di Cronache Meridional/; e il primo merito che a questa pubblicazione va riconosciuto è certo quello di aver fornito la miglior base ad una discussione come quella che in queste note abbiamo tentato di avviare (1 ). . , L'azione m.eridionalistica dei comunisti e dei loro fiancheggiatori obbedisce ancor oggi al vecchio schema gramsciano della comunanza di interessi, e perciò dell'alleanza da promuovere fra i contadini del Sud ed il proletariato industriale del Nord d'Italia. Una tale impostazione non era .~iustificata in Gramsci (nè è giustificata oggi nei suoi epigoni) da un giudizio che implicasse parità di valore storico-politico o sincera convinzione di una effettiva solidarietà fra i due elementi della dicotomìa contadiniproletari, Sud-Nord. Illazione che non vuol essere dimostrata, stante non solo il ben noto orientamento ideologico dei partiti marxisti e un'ormai più che ~rentennale esperienza di politica agraria in regime comunista fuori d'Italia, ma anche l'esperienza dei govefni italiani a partecipazione comunista tra il '44 ed il '47 e l'azione a tutt'oggi dei sindacati socialcomunisti, in cui gli interessi delle « baronie » proletarie ebbero sempre l'indiscussa precedenza sugli interessi dei lavoratorì dei campi, oltre che sugli interessi generali del Paese. L'impostazione gramsciana nasceva, dunque, da altro; e precisamente da una esigenza tattica del sovversivismo comu- ( 1 ) Per una visione più completa occorre però confrontare anche i nn. 10 e 11-12 dell'anno l0 e il n. 1 dell'anno 11° di Cronache Meridionali. Bibloteca Gino Bianco

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