Il costituire il principale mercato estero di sbocco delle paste italiane. L'interruzione dei normali rapporti di scambio aveva infatti anticipato e favorito - in qualche caso, forse, determinato - il processo di insediamento e di sviluppo dei complessi pastificatori all'estero (1 2 ), e ciò si era particolarmente verificato là dove, come appunto negli Stati Uniti, più cos.picue erano le richieste del prodotto, ·e più facilmente reclutabile, tra i numerosi immigrati italiani, la mano d'opera specializzata. Tuttavia, e proprio grazie alle costrizioni cui era stata soggetta, questa ' industria non fu travagliata nel dopoguerra dalla crisi che si' abbattè su tutti quei settori di cui le esigenze belliche avevano indotto una espansione abnorme ed ipertrofica nell'attività produttiva: mentre, certo, all'inrerno si doveva verificare un incremento dei consumi, grazie anche ad una maggiore diffusione del prodotto recata dal tesseramento, le importazioni di grano duro riprendevano quota e del pari le esportazioni di. pasta, non ostante. la difficile situazione determinatasi negli anni 1920-21 sui mercati n1ondiali. Infatti era il 1921 l'anno in cui, secondo l'Annuario della Confederazione dell'Industria (13 ), « la bilancia commerciale ha un miglioramento, ma tale miglioramento anzichè attraverso un aumento delle esportazioni, viene raggiunto attraverso la notevolissima restrizione delle importazioni cagionata dalla crisi». Del resto, l'anno seguente, quando le industrie metallurgiche, dei trasporti e delle comunicazioni, estrattive ed automobilistiche, accusavano una diminuzione degli investimenti netti, dovuta al rallentamento dell'inflazione e alla scarsità dei capitali (14 ), il set- · tore alimentare segnava, al contrario, un progresso negli investimenti. La faticosa ripresa delle esportazioni di pasta, dopo aver raggiunto riel 1924 il più alto livello toccato dalla fine della prima guerra mondiale ( 12 ) L'influenza degli eventi bellici, a questo riguardo, ci sembra sia stata spesso ritenuta decisiva: il che è certamente esagerato, sol che si tenga in debito conto il progresso meccanico, il quale andava riducendo sempre più sensibilmente l'importanza del fattore climatico, per quanto concerne la rendita di posizione di cui godeva l'industria meridionale; e che comunque, con l'andar del tempo, avrebbe reso inevitabile la diffusione dell'industria della pasta là dove la facilità degli approvvigionamenti l'avesse consentito. ( 13 ) Confederazione Generale dell'Industria Italiana, Annuario 1922, Roma 1922. ( 14 ) In questo senso v. C.G.1.1., Annuario 1923, Roma 1923. [81] Bibloteca Gino Bianco
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