no: schiudendo lusinghere prospettive di rinvenimenti, in tutta la Regione. Ecco allora che la questione è tornata prepotentemente alla ribalta, accompagnata da problemi nuovi. In attesa della nuova legge, infatti, come avrebbe dovuto regolarsi l'Amministrazione nei confronti della nuova scoperta? O nei confronti dei richiedenti di nuovi permessi? O riguardo alle legttime aspettative delle popolazioni locali che attendono lo sfruttamento dei pozzi? Alla base di quest'ennesima discussione è il parere espresso il 25 aprile dal Consiglio Superiore delle Miniere; il quale, consultato dal Ministero dell'Industria, ha deliberato che i nuovi permessi richiesti possano essere concessi anche senza attendere che il Parlamento porti a termine l'esame della nuova legge, ed ~a costituito al suo interno una commissione incaricata di precisare le norme e le condizioni di lavoro per i nuovi permessi di ricerca e per le concessioni di coltivazone. Il solo Mattei, a quanto pare, · fra i membri del Consiglio, si è opposto alle deliberazioni della maggioranza, sostenendo la necessità di non compromettere la situazione con decisio11iaffrettate. Sembra, infatti, che le domande giacenti al Ministero dell'Industria coprono un'estensione di 2/3 del territorio nazionale, per cui, se esse venissero accolte, il regime giuridico che verrà introdotto con la prossima legge si applicherebbe solo a una piccola parte del territorio italiano. Non ci dilunghiamo su quest'ennesima polemica che ha visto di nuovo impegnata la stampa in contrastanti opinioni ( 7 ). Ci sembra di aver sufficentemente illustrato i vari aspetti del problema pendente. ( 7 ) La stampa di sinistra fu violenta quanto mai contro il « morente Governo Scelba », accusato di voler consegnare allo straniero il patrimonio petrolifero nazionale. Reagì, il 21 maggio scorso, con un chiaro articolo di fondd dal titolo << I comunisti e il petrolio » l'ufficioso Messaggero. J?opo aver fatto un quadro preciso della situazione e sottolineato le vere mire della propaganda comunista, intesa a confondere la pubblica opinione, l'editoriale così continuava: << Di fronte alla smaccata e provocatoria propaganda comunista, bisogna reagire con decisione ed operare in modo da evitare, fin nelle apparenze, che in proposito possa mai sorgere un dubbio qualunque, che possa cadere un'ombra qualsiasi sulla perfetta autonomia di decisioni della nostra Pubblica Amministrazione. I partiti democratici dal canto loro, hanno anche essi un serio e urgente compito da stolgere: dare al paese al più presto una legge, una buona legge che valga ad assicurare il più efficente controllo da parte dello· Stato della nuova ricchezza nazionale. Non è detto che si [6g] Bibl teca Gino Bianco
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