I nario era tenuto a corrispondere un canone in natura o in denaro (royalty); se in natura, in ragione del 4-200/4della produzione; se in denaro, ragguagliato alla quantità del prodotto e al suo valore medio dell'anno. Pertanto, il meccanismo di questa legge che prevedeva anche una serie di garanzie per la Regione, indusse ben 56 compagnie diverse a impiegare i loro capitali nelle ricerche siciliane. Tuttavia la Regione fu sottoposta ad aspre critiche. Fra l'altro, fu accusata di favorire le società estere a danno di quelle italiane e di aver stabilito delle royalties troppo basse; tali da non garantire l'interesse della collettività. Queste accuse crebbero d'intensità allorchè nell'ottobre 1953 la << Gulf Oil >> scoprì il petrolio a Ragusa (6 ). Tre mesi dopo, un'altra società straniera, la « Petrosud », rinveniva petrolio in Abruzzo e successivamente accertava la presenza del minerale in notevole quantità anche in un secondo pozzo scavato nei pressi di Alan- ( 6 ) A queste accuse, che costituiscono, in fondo, il nocciolo del problema, la Regione siciliana rispose con argomenti che possono essere così riassunti: a) Per favorire le ricerche, che altrimenti non avrebbero potuto essere sostenute dalla Regione, nel 1950 fu approvata una legge che stabilisce il principio della iibera iniziativa. Questa legge, approvata a grandissima maggioranza dall'Assemblea, non fa alcuna discriminazione tra cittadini italiani e cittadini stranieri ai fini della concessione di permessi di ricerca. Non solo; ma, nella relazione e nelle discussioni avvenute in Assemblea, fu chiaramente detto che lo scopo della legge era quello di attirare capitali ed esperienze straniere. Comunque, l'iniziale situazione di vantaggio delle Società straniere è derivata dal fatto che, appena entrata in vigore la legge regionale sulle ricerche di idrocarburi, nessuna ditta italiana è venuta ad operare in Sicilia. Quando le società italiane si sono presentate per chiedere permessi, la Regione le ha preferito agli inglesi e agli americani. b) Il pericolo dell'accaparramento straniero del. petrolio siciliano, a fini monopolistici deve considerarsi insussistente, data la limitazione delle aree concedibili, stabilita dalla legge, e data la competizione che esiste tra le varie imprese, italiane cd estere, che operano nell'Isola. c) La royalty fissata dal Governo Regionale è fra le più elevate ~i tutto il mondo. Una royalty del 10,50% (la più bassa finora praticata in Sicilia) equivale al doppio se rapportata al prodotto netto; aggiungendo poi gli altri tributi (ricchezza mobile, imposta sulla entrata, ecc.) incidenti per circa il 35% sull'utile netto delle 'imprese, il provento ,a favore della Regione raggiunge il ?6% degli utili della soci~tà ed è pertanto superiore alle royalties stabilite dai Paesi del Medio Oriente e dal Venezuela nella misura del 50% sugli utili. Queste affermazioni sono state a loro volta vivacemente controbattute. [68] Bibloteca Gino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==