Editoriale All'indomani del 7 giugno, e fino alla -costituzione del governo Scelha, la presenza alla Camera di 39 deputati monarchici e di 29 deputati del M.S.l. ha rappresentato una crescente tentazione: sistematicamente alimentata dalla destra economica e da certi organi di stampa, suhìta dallo stesso de Gasperi, da Pella che ne profittò largamente, da Fanfani che non la respinse, la prospettiva di una maggioranza aperta a destra era nel Parlamento itali'ano una effettiva pqssibilità. Inoltre, aperta a destra era la maggioranza nel parlamento regionale di Palermo e in numerose amministrazioni comunali' e pro·vincia/,i dei maggiori centri meridionali. Non c'è dubbio che oggi· la scena sia cambiata. Durante la recente crisi di governo si è parlato, .come alternativa al quadripartito, quasi esclusivamente di una maggi·oranza orientata a sinistra (P.S.I.): i monarchici quasi non sono stati presi in consi'derazione e la cronaca politica li ha ormai relegati in secondo piano. Le elezioni ammini'strative supplementari dal '53 in poi hanno dimwtrato che le basi meridionali dell'estrema destra si vanno sfasciando nel corso di un ampio e accelerato processo di maturazione politica del corpo elettora/,e; che la rappresentanza parlamentare conquistata dalle destre il 7·giugno non ha più riscontro nd paese;· che una maggioranza di destra sarebbe contraria a ogni indicazione di pubblica opinione. È vero che in Sardegna si' è addivenuti proprio ora ad un governo che di fatto è di centro-destra: ma si è trattato di una crisi fra grupp1:·antagonisti della D.C., e contro la fazione vincente si sono levati tutta l'opi"nione pubblica dell'Isola, i più diffusi organi di stampa, gli uomini di maggior rilievo dello stesso partito democristi'ano. Se si pensa che questa spontanea 1'eazionenon si sarebbe avuta al momento del governo Pella - o immediaBibloteca Gino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==