Nord e Sud - anno II - n. 9 - agosto 1955

• segni di una resistenza efficace e vittoriosa (al comunismo) su posizioni di libertà, di democrazia, di cristianesimo ». Come risultato si ha che il patrocinio della Federmutue è ora condiviso da una combinazione sindacale - comprendente la Confederazione « bonomiana », la CISL, la UIL, la C·onfederazione degli agricoltori e la CISN AL - che si dice abbia suscitato vivo interesse nell'on. Togni: mentre dall'altra parte la CGIL ha assunto la difesa d'ufficio, non si sa bene quanto apprezzata, dell'Ordine dei medici, con il quale sembra intenzionata a rifarsi della del11sione avuta con i coltivatori diretti. Così, mentre gli organi pubblici interessati alla questione temporeggiano, la demagogia e le manovre politiche fanno più che mai il bello e cattivo tempo sul fronte dei coltivatori diretti. Nell'impennata dell'Ordine non si vede che un fastidioso ostacolo ad un'operazione politica - la legge per l'assistenza sanitaria semigratuita - dalla quale ci si ripromettono concreti benefici politici; oppure, viceversa, una fortunata occasione per mettere in difficoltà l'avversario, per riguadagnare qualche posizione perduta. I problemi che la resistenza attiva tentata dai medici lascia intravedere interessano ben poco. Che vi siano in gioco fondamentali problemi della mutualità, o magari addirittura lo stesso problema dei rapporti tra medicina e mutualità, questo lascia largamente i,ndifferenti tanto cc bonomiani » che comunisti: l'attenzione è rivolta altrove, quello che è in gioco è il problema del con- • trollo politico di una categoria-chiave, rispetto al quale l'assistenza sanitaria non rappresenta che un mezzo qualsiasi di pressione e di influenza. 11 pericolo è che una composizione della vertenza raggiunta in queste circostanze possa solo trasformare la resistenza dell'Ordine da attiva in passiva; in altre parole, che l'accettazione di una formula conciliativa in un'atmosfera di intimidazioni, ritorsioni, pressioni politiche, possa determinare nella vita delle Mutue u,n clima tale da infirmare anche quel tanto di efficienza assistenziale che è possibile ad una struttt1ra nata già cosi difettosa. Pericolo tutt'altro che teorico, tanto più se si pensa a quella che è stata ed 1 è l'esperienza di altri Istituti mutualistici. Situazioni come queste, d'altra parte, potranno indefinitamente ripetersi sino a quando gli organi pubblici preposti alla difesa della mutualità non si risolveranno ad abbandonare la tattica dei contrappesi e degli equilibri instabili, e ad affrontare su basi completamente nuove tutto il problema dei rapporti tra c'lasse sanitaria e mutualità. L'espansione del sistema serve a ben poco se ad essa non corrisponda un continuo miglioramento del livello qualitativo dell'assistenza: e per questo la collaborazione leale e solidale dei medici è elemento condizionante. Altrimenti la mutualità rischia di risolversi davvero in una « truffa ». C. M. Bibloteca Gino Bianco

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