cratico con i socialisti nel parlamento regionale: « la regione siciliana rton deve essere usata come cavia dell'apertura a sinistra », ha strillato sul Tempo Alberto Giovannini, il quale, dimentico dei suoi· trascorsi gronchiani, riassume oggi, 1nella sua tenace polemica contro i socialisti, tutti i terrori della deteriore borghesia classista e parvenue; dal canto suo il Giornale d'Italia ha tirato in ballo il petrolio e, mentre esortava la D.C. a proseguire sulla vecchia strada, sembrava sollecitare i più autorevoli interventi pur di scongiurare il « pericolo » di una sostituzione del monarchico Bianco nell'assessorato· all'industria. Poi, incautamente, è intervenuto il Cardinale Ruffini. Contemporaneamente i comunisti si sono affrettati ad offrire un prezioso punto di appoggio al contrattacco della stampa di destra: in un'intervista dell'on. Li Causi, leader siciliano del P.C.I., sull'Unità del 10 luglio, erarto esaminate «le prospettive di un'apertura a sinistra », in Sicilia; e naturalmente per apertura a sinistra, in quell'intervista, si 'intendeva apertura fino ai comunisti. « L'apertura a sinistra non ci sarà senza una forte lotta unita1ia e articolata», concludeva l'on. Li Causi; dove la novità è rappresentata da quella parola, « articolata », che ora ricorre sempre nelle formulazioni frontiste del P.C.I., a'llo scopo di fornire una giustificazione alle nuove posizioni del P.S.I., di prevenire ulteriori accentuazioni di queste posizioni. I comunisti fanno il loro mestiere; e anche gli Alberto Giovannini fanno il loro mestiere. Ma intanto, mentre in Sicilia le cose si mettono per ora in modo promettente, qui ci preme mettere in evidenza gli atteggiamenti di chi fa il mestiere degli altri. In un discorso al Comitato Centrale, l'on. De Martino, leader napo'letano del P.S.I., con ambizioni di leadership 1neridionale, si è fatto portavoce dei « dubbi » e delle « perplessità » che « nelle sezioni periferiche » sono sorti come conseguenza della nuova linea politica del partito. « Molti compagi1i si chiedono ad esempio », ha det!o l'on. De Martino, se « l'apertura a sinistra si farà con tutto il movimento operaio o no »; il che significa domandarsi se l'apertura a sinistra si debba intendere come apertura fino al Partito Comunista. L'on. De Martino ha soggiuinto che tutti i dubbi e le perplessità possono essere fugati « se si parla con chiarezza, senza attenuare nè sfumare le nostre posizioni, in specie per quel che concerne i rapporti con il P.C.I. »; dove ci sembra di leggere che, alla suddetta domanda, l'on. De Martino dà una risposta che non è dissimile da quella dell'on. Li Causi. 'Ma fin qui nulla di male: l'on. De Martino ha tutto il diritto di porsi come minoranza di opposizione rispetto al nuovo indirizzo del P.S.I.; e ha tutto il diritto di dissentire da esso, di mostrarsene preoccupato, di insistere per il ritorno alla rigida politica dei fronti popolari. Si deve anzi riconoscere che le sue riserve sono fatte valere con cautela e senza provocare appariscenti fratture. Ma più esplicito è stato l'on. De Martino in un articolo pubblicato con il maggior rilievo in una rivista comunista. Ivi, mentre altroBibloteca Gino Bianco
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