' GIORNALEA PIU VOCI Vischiosità del frontismo Durante la campagna elettorale in Sicilia, abbiamo avuto occasione di mettere nel dovuto rilievo un discorso pronunciato a Palermo dal sen. Scoccimarro. Questi, infatti, si spinse imprudentemente ad affermare che, per quanto « una fondamentale unità d'indirizzi esista fra i partiti popolari », è necessario « tuttavia rilevare che la forza fondamentale di avanguardia di tutto il movimento popolare è di fatto il P.C.l. »; tanto più, soggiungeva lo stesso Scoccimarro, che « l'esperienza ha insegnato che, dove si è sviluppato e rafforzato il P.C.I., là si sono create le condizioni anche per lo sviluppo del P.S.I. ». Allora ci fu agevole rispondere ~he ciò non è affatto vero; e tanto meno lo è per la Sicilia, dove il P.S.I. è passato dal 12,22% (P.S.I.U.P.) dei voti del 1946 al 7,46% dei voti del 1953, mentre il P.C.I. nello stesso periodo, dopo ben tre esperienze di Blocco del Popolo, è passato dal 7,88% al 21,78% dei voti. Dopo il 5 giugno, a questi inoppugnabili argomenti, possiamo aggiungere quello che, liquidato il Blocco del Popolo, il P.C.I. non si è « sviluppato e rafforzato », mentre si sono effettivamente create « le condizioni per lo sviluppo del P.S.I. »; è appena necessario rjcordare, infatti, che il 5 giugno il P.C.I. ha registrato in Sicilia una flessione dell'l %, e il P.S.I. uno scatto in avanti del 2,2%. Queste indicazioni sono fin troppo eloquenti ai fini di una obiettiva diagnosi dei rapporti fra il Partito Socialista e il Partito Comunista; e indubbiamente rappresentano un passo avanti nella prospettiva di una apertura a sinistra da parte del centro democratico e di un'apertura al centro da parte dei socialisti, cominciand·o, magari, come abbiamo più volte auspicato, proprio dalla maggioranza regionale in Sicilia. È naturale, quindi, che i giornali di destra, « indipendenti » e di partito, si sono lanciati al contrattacco sulla situazione siciliana; e hanno cercato la formula per spaventare i « benpensanti » e per mettere in difficoltà tutti coloro che intraved·ono concrete possibilità di nuovi rapporti del centro demo- ' Bibloteca Gino Bianco
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