pagnarsi a tale opera, non hanno consentito che il problema venisse aftrontato alle radici; - il capitale privato, al quale si è creduto, nell'opinione americana, di poter lasciare l'onere principal~ ed il ruolo più importante nella soluzione del problema, ha invece dimostrato di non poter assolvere, nelle attuali condizioni politico-economiche mondiali, quella funzione così ef.. ficacemente svolta nei primi decenni del secolo (eppure il volume del risparmio dei soli Stati Uniti sarebbe largamente sufficiente a coprire le rithieste mondiali annue di investimenti, valutate, come noto, intorno agli 8 miliardi di dollari); - la nuova politica della cosidetta « competitive coexistence » non può prescindere, senza venir meno ai suoi postulati, dalla necessità di affrontare in modo più efficace e concreto la questione dello sviluppo delle zone arretrate; ma sembra che, per ora, si sia nelle condizioni di poter fare, in questo campo meno di quanto fece l'Amministrazione precedente; - in Europa il problema è stato largamente esaminato e studiato, ma non sono state avviate soluzioni concrete di sorta, da alcun organismo internazionale; - per quanto riguarda la specifica situazione italiana, si può solo ùire che il piano Vanoni è stato proposto all'esame internazionale, proprio nel momento in cui la cooperazione economica internazionale, già in fase di involuzione presso tutti gli organismi concepiti al fine di promuoverla, si avvia, fatalmente, ad un punto di vera e propria crisi; l'attuale fase di espansione generale, destinata a sboccare nella convertibilità delle monete più forti, è destinata ad accrescere ancora di più il divario esistente fra le economie 9ei paesi europei ed a svuotare ulteriormente la funzione degli organismi sorti nel dopoguerra; nella misura quindi in cui il piano italiano fa a~damento, per la sua realizzazione, su di una più accentuata liberalizzazione degli scambi europei, in sede multilaterale (facilitazioni e provvidenze nella bilancia dei pagamenti, incremento della tmigrazione, ecc.), esso è destinato ad impegnarsi contro difficoltà sempre crescenti. Si deve, pertanto, concludere che il problema delle zone sottosviluppate, per quanto riguarda la sua soluzione, è giunto ad un vicolo cieco? Bibloteca Gino Bianco '
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