Nord e Sud - anno II - n. 9 - agosto 1955

studi particolarmente accurati di talune Leghe europeistiche; più ancora è stato approfondito da organismi appositament~ creati, quali ad esempio le varie Agenzie specializzate delle Nazioni Unite o l'Agenzia Europea per la produttività; ma si tratta per ora sem.pre e soltanto di progetti e di formulazioni teoriche. La verità è che per quanto riguarda l'eventuale contributo europeo alla soluzione del problema, in genere, ben poco ci si può attendere, anche perchè i paesi economicamente più dotati possiedono an... cora vasti territori coloniali nei quali preferiscono investire le loro ricchezze e convogliare, se possibile, anche l'eventuale capacità esubera·nte di investimento esistente presso altri paesi; ai quali vengono fatte balenare, talvolta, vaste possibilità di sviluppo e di potenziamento euro-africane. Anche <li recente, l'annuncio di un comune sfruttamento franco-tedesco nei territori del Nord-Africa, rimasto, tuttavia, senza seguito, rivelò la propensione già in atto del capitale germanico ad investirsi, di preferenza, in quei territori. A parte quindi il piano di Colorr~bo, che, pur essendo stato promosso dall'Inghilterra, è in verità un progetto del Commonwealth per lo sviluppo del sud-est asiatico; a parte gli investimenti francesi nelle prop1 ie colonie per un ammontare di oltre 240 miliardi di franchi e quelli ~~1aloghi britannici, tramite la << British Colonia! Development Corporation » per un complesso di 36 milioni di sterline, non si registrano altri e~empi di interventi di carattere pubblico in tema di investimenti in zone sottosviluppate. È bene aggiungere che il piano di Colombo, l'unico applicato a territori autonomi ed indipendenti, non ha mai avuto un principio cii esecuzione1 per mancanza di risorse finanziarie! Si può quindi asserire che nessuno sforzo reale è stato compiuto finora dall'Europa per contribuire allo sviluppo delle zone arretrate del Continente. A quali conclusioni è qujndi lecito arrivare? Quali i termini odierni <lel problema? Da quanto ~opra detto sembra onesto concludere che: - la politica americana del << containement >> ha intuito ed impostato il problema dello sviluppo delle zone arretrate, come problema fondamentale del mondo libero; ma l'inadeguatezza dei mezzi stanziati, la mancanza di piani rispondenti, i criteri di distribuzione degli stanziamenti votati dal Congresso, nel programma di aiuti, la svalutazione o la incomprensione dei fattori politici e sociali che avrebbero dovuto accomBibloteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==