Nord e Sud - anno II - n. 9 - agosto 1955

nazionale, diretta a sviluppare le zone arretrate, come un semplice problema di movimento di capitali. Una politica del genere, se non può infatti prescindere da una aumentata capacità di investimenti, non può però neppure minimizzare o trascurare alcune di quelle misure che potrebbero necessariamente concorrere a garantire il successo. Tali misure costituirebbero, appunto, gli elementi fondamentali per la realizzazione di una. politica di collaborazione economica europea nello sviluppo delle· zone arretrate. Ora, non soltanto ciò sembra di difficile attuazione in Europa, ma anche per la stessa America, e nonostante l'enunciazione della formula della « coesistenza competitiva», le zone sottosviluppate costituiscono un problema marginale e pertanto non impegnativo. Per quanto riguarda l'Occidente Europeo, le lacune sono, senza dubbio, particolarmente gravi. È noto, infatti, quanto fragile sia l'edificio della cooperazione economica e come il ritorno alla convertibilità delle monete, di cui con tanta insistenza si parla, sia più che sufficiente per mettere ampiamente in crisi non solo il sistema dell'Unione Europea dei Pagamenti, sul quale riposa oggi l'Organizzazione multilaterale degli scambi, ma l'intero edificio dell'OECE nei suoi postulati fondamentali. Se tale eventualità si verificasse, infatti, troverebbero facile giustificazione l'inevitabile ripiegamento dei paesi economicamente più deboli su posizioni protezionistiche cd il ritorno ad una struttura bilaterale dell'intercambio europeo, di pari passo con l'impossibilità di ulteriori tentativi, per il futuro, di impostare una politica attiva di sviluppo delle zone arretrate sul piano internazionale. In una situazione siffatta, ed in quella ancora più difficile verso cui sembriamo avviarci, uno sforzo collettivo europeo, di compartecipazione o di iniziativa diretta, deve essere valutato più come una manifestazione di buona volontà che come un'affermazione dotata di contenuto concreto; io stesso piano decennale italiano di sviluppo (Piano Vanoni) può correre il rischio - e purtroppo molti sintomi ci autorizzano a temerlo - di svuotarsi di ogni valore pratico nel campo economico internazionale, divenendo, così, soltanto, una elegante palestra di dissertazione per tecnici. Nè si deve pensare che tale atteggiamento sia tipico di qualche ambiente particolare o di uno solo fra i tanti organismi internazionali! Il proble1na dello sviluppo delle zone arretrate è già stato, a suo tempo, esaminato dal Consiglio d'Europa, stimolato e sorretto in ciò dagli . Bibloteca Gino Bianco

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