più viva accentuazione dinamica, manifestando una maggiore propensio11eeconomico-sociale. È chiaro, infatti, che il mantenimento di migliori I I condizioni di vita per tutti, in confronto a quelle che i diversi piani pluriennali dovrebbero procurare, in avvenire, ai' paesi comunisti, può significare la possibilità di dimostrare efficacemente, e su di un terreno più persuasivamente accessibile alla grande massa, la superiorità del mondo occidentale nei confronti di quello sovietico. E a conferma di orientamenti ufficiali del governo degli Stati Uniti, il Signor Stassen, da anni capo responsabile della Foreign Operations Administration (FOA), non ha esitato a <lichiarare, recentemente, di fronte al Congresso, che la politica degli aiuti all'estero dovrà continuare « unti/ there is a real change in the whole world • czrcustances ». Tuttavia, con il 1 ° luglio dell'anno in corso, l'Organizzazione diretta I •da Stassen verrà sostituita da una « International Corporati·onAd ministration >>; di essa si sa soltanto che costituirà un organismo autonomo, alle dipendenze del Dipartimento di Stato, e che sarà chiamata ad amministrare i fondi degli aiuti che il Congresso può essere, ancora una volta, invitato a votare. È bene aggiungere che, a capo del nuovo ente, è stato nominato il signor Hollister, intimo collaboratore del Senatore Taft, appartenente all'ala destra del partito repubblicano e personalmente contrario - a quanto sostiene la stampa americana - alla politica degli aiuti. Può darsi, tuttavia, che tale sostituzione risponda soltanto ad esigenze di politica interna ed al giuoco di equilibrio fra le varie tendenze del partito '11 potere; ma, frattanto, il pendolo della politica americana si va sempre più visibilmente spostando verso Oriente; e con esso, l'assistenza, le erogazioni, gli aiuti, sono devoluti naturalmente, data la situazione attuale, a sviluppare in assai più larga misura l'attività militare che quella civile. Secondo recenti ·notizie di stampa, l'Amministrazione avrebbe, infatti, ricl1iestodi stanziare, in favore del Sud-Est asiatico, 1.717 milioni di dollari per spese di difesa; e soltanto 500 milioni per aiuti economici. Da tale / programma restano, invece, esclusi i paesi europei i quali, come ha dichtQ· < iato il Segretario di Stato, non hanno avanzato alcuna richiesta. Se è vero che tale ampia e sempre più decisa oscillazione di interessi americani verso l'Asia è dovuta in parte a motivi di ordine politico e militare di tutta evidenza, come ad innegabili fattori di politica interna, è altirettanto vero, 'però, che essa risponde alla convinzione, fortemente radiBibloteca Gino Bianco
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