senza delrapparato comunista compromette, ai danni, in ultima analisi, di quelle stesse masse. Con tutto questo, inoltre, non si eludono i quesiti che implicitamente ed esplicitamente sono posti dalla presenza del comunismo. Abbiamo affermato che tale presenza mina la stabilità democratica del Paese e che ad essa si deve se il risveglio delle popolazio11i meridionali si trova oggi ad aver imbeccato un vicolo cieco. Ma i problemi di costume, di economia, di amministrazione, d1 direttive politiche ·che il 1 metidionalismo comunista e paracomunista dtnunzia sono ben vivi e reali; e nasce certo dalla loro indubbia autenticità la maggiore e più indelebile impressione I che nel lettore attento e spassionato suscitano gli << Atti » del II Congresso del Popolo Meridionale. E vivo e reale è il peso di una forza che controlla oltre il 300/4 dell'elettorato meridionale. È possibile, facendo astrazione da questa forza, ed anzi avendola ostile, seguire un indirizzo politico, che sappia imboccare << la via da seguire per la rinascita del Mezzogiorno>> ? << la Yia... della riforma fondiaria radicale e della riforma dei contratti agrari; di una politica di industrializzazione ... con una lotta conseguente contro i monopoli; di una politica di lavori pubblici scelti e indicati dalle popolazioni interessate ed eseguiti sotto il loro controllo>> (Atti, pag. 114)? È possibile ciò quando la parte di gran lunga maggiore dello schieramento democratico italiano (D.C.-P.L.I.) cede così spesso, per la sua eterogenea o maldefinita natura, alle tentazioni del sottogoverno, degli interessi costituiti, del clericalismo e perfino del filofascismo ? Nei tentativo di rispondere col fatto a tali interrogativi si è logorata in questi anni la sinistra democratica italiana, che ha visto scemare paurosamente la sua consistenza elettorale in tutto il Paese e soprattutto nel Mezzogiorno, dove - ha sostenuto l'on. Amendola - << tra le forze di sinistra e quelle della D. C. non c'è più nulla che politicamente conti qualche rosa>> (Cronache Meridionali/ a. II n. 1, pag. 10). Ed egli ha aggiunto: << È stata questa ... la conseguenza dell'abbandono delle posizioni democratiche unitarie da parte dei socialdemocratici, dei repubblicani, dei liberali: la loro scomparsa corne forze politiche organizza.te ... Questo è stato il prezzo pagato per l'abbandono di una linea di resistenza e di lotta meridionalista>>. Il fatto denunciato dall'on. Amendola - la progressiva defezione dell'elettorato meridionale di democrazia laica - è tanto incontestabile quanto è falsa la diagnosi da lui tracciatane. Il crollo elettorale dei cosidBibloteca Gino Bia·nco
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