Nord e Sud - anno II - n. 9 - agosto 1955

CRONACHEE MEMORIE Viaggio al Nord . Ogni giorno, nel primo pomeriggio, io salivo la scala che porta alla casa di G. C., in quel vicolo stretto che da una parte sbocca nella piazza del Duomo, dove si erge il palazzo vescovile, come una grande e lunga , n1uraglia in pietra viva. Il vicolo si chiama Via Sacerdoti Liberali, e questa scritta, ogni volta, al cospetto della fortezza vescovile, si prestava a varie considerazioni sul carattere del nostro clero, era un'occasione per tentare in qualche modo di scherzare su taluni episodi della nostra storia, senza l'ombra del malanimo, ma con una felice disposizione a rilevarne piacevolmente i contrasti. A quell'ora, alla fine dell'estate, il capoluogo era quasi deserto in quella tipica atmosfera di staticità e di assoluta pigrizia che nei paesi viene meglio indicata come la controra. È un'ora, cioè, che non asseconda il tempo, ma quasi gli si volge contro a creare una fastidiosa interruzione; o meglio ancora impone un senso contrario, come se l'orologio prendesse improvvisa- . mente a camminare alla rovescia. Immancabilmente trovavo l'amico nello studio con le sigarette sul tavolo, il volto pensoso e assorto dietro gli occhiali. In un angolo della stanza con le pareti di un celeste chiaro, sopra un tavolinetto, era accatastata la raccolta del settimanale Il Mondo, dal primo numero in poi, e nella libreria, accanto a testi di narrativa contemporanea, erano allineate le opere di Croce, De Ruggiero, Omodeo, i saggi di Dorso, Gobetti, Salvemini, e via via i vari anelli e punti obbligati della cospicua letteratura meridionalista. Mi sedevo di fronte a lui, accendevo il sigaro, e di tanto in tanto ci guardavamo, G. C. ed io. - Che hai fatto? - mi chiedeva. Io alzavo le Bibloteca Gino Bianco I!

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