Numero delle fami·glie classi·ficatemi·sere e classificate disagiate su 100 famiglie con a capo un coltivatorediretto (conduttori in proprio e affittuari) per circoscrizioniterritoriali (' 13 ). e ircoscrizioni Classificate territoriali . misere Italia Settentrionale 1,0 Italia Centrale 6,9 Italia Meridionale 25,4 Italia Insulare 17,2 /TAL/A 11,7 Classificate disagiate 3,5 12,3 24,2 22,7 13,5 TOTALE 4,5 19,2 49,4 39,9 25,3 Le elevate percentuali di famiglie povere tra i coltivatori diretti del Mezzogiorno e delle Isole non deve sorprendere, ove si pensi all'estensione della sottoccupazione in molte aziende frazio11ate all'eccesso (44 ). Altro indice della pressione demografica esistente nell'agricoltura del Mezzogiorno è costituito dalla entità delle emigrazioni all'estero e degli spostamenti verso il Centro e il Nord da parte del proletariato rurale. È inutile ricordare, in quanto largamente nota, l'importanza della emigrazione transoceanica nel quarantennio 1880-1920. Essa raggiunse tali dimensioni da far sì che, nonostante l'intenso accrescimento demografico del Mezzogiorno, la percentuale degli abitanti del Mezzogiorno rispetto alla popolazione nazionale rimanesse pressochè invariata dal 1880 al 1936. Nel 1954 l'emigrazione netta transoceanica ha interessato il Mezzogiorno per sole 85.000 unità, pari a circa un quarto dell'accrescimento naturale della sua popolazione nello stesso anno. ( 43 ) << Atti della commissione parlamentare d'inchiesta sulla miseria >>, vol. I, tomo 2, già citato. ( 44 ) Correlata alla frequente indigenza dei proprietari conduttori nel Mezzogiorno è l'estrema elevatezza dei valori fondiari, esistenti in molte zone del Mezzo- . giorno. Il fatto che, di fronte ad altri investimenti che assicurano un reddito medio del 5-6%, i risparmiatori contadini giungano ad investire i loro risparmi al 2, e anche all' 1 %, nell'acquisto di terreni, è un sintomo della rigidità delle strutture economiche e sociali che perpetuano situazioni di estrema pressione demografica sulla terra. Il fenomeno si presenta ancora più significativo quando si •pensi che l'elevatezza dei valori fondiari del Mezzogiorno contrasta con gli orientamenti visibili nelle agricolture moderne, ove il valore del fattore terra tende ad incidere sempre meno sul valore complessivo dei diversi fattori usati nel processo produttivo. Vedi al riguardo l'articolo di Manlio Rossi-Daria: << Contadini e agricoltori nell' avvenire del Mezzogiorno», in Nord e Sud, a. II, n. 6. [67] Bibloteca Gino Bianco
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