Nord e Sud - anno II - n. 8 - luglio 1955

sate. Le organizzazioni di facoltà in cui è già normale un comune lavoro fra professori e studenti rappresentano gli strumenti più idonei per impostare con efficacia il problema della riforma della scuola. L'idea di un'orJ ganizzazione nazionale delle Opere Universitarie (cioè del massimo organo assistenziale dell'Università, in cui già collaborano professori e studenti) obbedisce alla volontà di costituire il mondo universitario come un fatto i unitario della società nazionale, impostando anche su basi adeguate il problema dell'assistenza allo studio. Questa risposta dell'U.G.I. alla relazione della Presidenza finiva con l'assumere, nell'atmosfera congressuale, un valore di netta e completa antitesi alle generiche proposte dell'Intesa: ciascuno dei due gruppi di maggioranza era obbligato così a ridiscutere a fondo il proprio atteggiamento, a verificare i presupposti stessi del proprio programma, a mettere alla prova la propria consistenza ideale e pratica, allargando al massimo i termini della polemica. L'Intesa, nel far questo, legava il giudizio che aveva espresso sull'Università a una presa di posizione generale sulla storia e sulla società italiana, servendosi di una serie di formulazioni da tempo in uso nel mondo giovanile cattolico italiano. Ma finiva così con l'irrigidire ulteriormente il suo atteggiamento in una problematica povera e astratta. Alla base di tutto restava pur sempre un netto e sbrigativo rifiuto della << società borghese >> ·che, se non era più combattuta come dalle vecchie generazioni cattoliche, veniva però considerata com-e ormai superata, come storicamente e definitivamente realizzata. Ne derivava un atteggiamento di sufficienza per le « libertà borghesi », giudicate se~plicemente come l'utile eredità di una ~ocietà completamente finita: il liberalismo stesso aveva terminato il suo ciclo; all'interno del regime borghese ogni «riformismo>> si rivelava impossibile; era necessario un atteggiamento rivoluzionario. Ma se si indul- ~·eva perciò al marxismo, ammirandone la denuncia implacabile dei mali ·della società borghese, si negava al tempo stesso che il marxismo potesse offrire le soluzioni adeguate per guarirli; e si dichiarava che tali soluzioni si dovevano trovare invece in una nuova cultura, capace di collegare tutti i dati della realtà sociale. In questo si concludeva il rivoluzionarismo teorico dei giovani cattolici, in cui si insinuava addirittura la nota del vecchio integralismo, non certo celata dal frasario progressista di indubbia origine 'gramsciana, ma a_ppesantito, e reso astratto e fumoso, perchè sottratto al concreto tempo politico. E nulla aggiungeva l'aperta preferenza per un Bibloteca Gino Bianco

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