Nord e Sud - anno II - n. 7 - giugno 1955

il quotidiano ritornò alla tradizionale famiglia palermitana, sotto la direzione di un omonimo del fondatore e primo direttore, Girolamo Ardizzone (25 ). Coincidendo nuovamente la proprietà e la direzione, il giornale, 11ellasua nuova serie, ritornò al moderatismo ufficioso cui si era ispirato agli esordi, evitando i problemi di fondo, limitandosi all'informazione, accentnando una sua tendenza campanilistica nel dare risalto, ad esempio, alla figura di Vittorio Emanuele Orlando, gloria locale. Attualmente, la redazione locale è su per giù la medesima che ai tempi di Marroni. I << fondi» di politica interna sono dovuti alla penna di Widar Cesarini Sforza, professore di filosofia del diritto all'Università di Roma, quelli di politica estera sono affidati ad Alfonso Sterpellone, saltuario articolista de Il Gior11-ale di Napoli. Monarchico per darsi un alone di rispettabilità e per tradizionale senti1nentalismo, filocattol1co in ossequio alle esigenze dei tempi, il Giornale di Sicilia interpreta senza originalità le tendenze agnostiche ed omnipolitiche della borghesia di provincia. Per le corrispondenze di politica estera, si serve largamente di agenzie: quella da New York è una delle tante << seconde mani » di Leo Rea. La terza pagina non è tra ile pegg-iori.La diffusione, inferiore a quella di un tempo (quando il Giornale di Sicilia era letto in tutta l'isola, da Palermo a Messina), e ancora rilevante, aggirandosi, pare, intorno alle 40-50 mila copie di vendita, su circa 60 mila di tiratura. Nell'aprile del 1900, quando il Giornale di Sicilia toccava già il suo quarantesimo compleanno, uscì a Palermo un quotidiano della sera: L'Ora, di tendenze radicali. Era di proprietà di un uomo di vedute molto aperte, l'armatore Florio, che lo affidò in direzione al più brillante giornalista ra-- dicale dell'epoca: Vincenzo Morello (Rastignac). Essendo ispirato ed appoggiato da alcune autorevoli personalità del radicalismo antifascista, come il Cianca (ex direttore, insieme a Giovanni Amendola, del Mondo), il giornale riuscì a conservare il suo atteggiamento di ferma opposizione al regime fascista un po' più a lungo del Giortiale di Sicilia, ma non potè fare a meno di cadere anch'esso nelle maglie del conformismo governativo. Nel 1939 lo acquistò l'industriale siciliano Lo Verde, ex amministratore del Mondo di Amendola, che ne conservò la propriètà anche dopo la Li- ( 25 ) La condirezione del giornale è stata assunta da Piero Pirri Ardizzone. [91] Bibloteca Gino Bianco

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