zìalmente sullo stesso piano, quando non al di sotto (almeno dal punto di vista della coerenza e costanza di visione politica) dei loro confratelli che La funzione propriamente politica del giornale si limita dunque a un particolare tipo di esposizione della cronaca parlamentare e degli avvenimenti romani; la massima aspirazione del « pastonista >>è la << stabilità dei governi>>, in nome della quale ci si batte contro tutte le f0rze che volta a volta minacciano di perseguire una qualche 11ovità, si predica la concordia universale, si esorta insomma ogni partito ad astenersi dal cagionare crisi mi11isteriali, perchè << il meglio è peggio del bene>>. In questa prospettiva va considerato l'atteggiamento nei riguardi dei partiti minori: i quali, ritenuti utili fin quando sono docili strumenti del partito di maggioranza, sono fatti cenno ai più impietosi rimproveri ad ogni levata di scudi. Salvati i liberali dall'illuminato governo dell'on. Malagodi, permane la pole1nica di fondo contro il « tentennante >>Saragat, di cui ogni atto vie11einterpretato come un cosciente sabotaggio del Governo. Il quale G·overno -- considerato la massima espressione burocratica del Paese - non i1nporta se sia efficiente o meno: deve solo essere solido. Non interessa che abbia in sè una indicazione politica anzicchè un'altra: l'importante è che ci sia, e che metta in moto « la macchina dello Stato >>,cioè quell'elefantiaco congegno amministrativo contro il quale la stampa si sforza di convogliare le dolorose rampogne dell'opinione pubblica meridionale, la quale va tradizionalmente in cerca di un responsabile cui imputare le proprie angustie. Così il cerchio dei reciproci influssi tra stampa ed opinione pubblica locale si chiude, lasciando al suo margine una serie di questioni che non possono entrarvi: tra le quali c'è tutta l'impostazione di politica estera perseguita dai Governi democratici del dopoguerra, che, nella maggior parte dei quotidiani di provincia del Mezzogiorno, ha trovato per anni una blanda difesa di ufficio a rimorchio delle direttive romane. Per ognuna delle varie << voci » di questa politica estera che erano costrette a condividere, le redazioni meridionali hanno abbozzato un tono uniforme, adeguato alla storia ed alla natura della loro complessiva mentalita. Il legame e l'interesse divenendo,. rispetto a tali questioni, mediati, al ragionamento si sostituiscono più liberamente il mito e la potenza ereditaria di certi slogansJ la cui validità non è più misurabile in termini attuali. Anticomunista per << complesso» e per timore anzicchè per convinzione ideologica, atlantica per bisogno, anglofoba per tradizione, nazionalista e colonialista in obbeBibloteca Gino Bianco J
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==