Nord e Sud - anno II - n. 7 - giugno 1955

sufficiente, ha giovato politicamente a quell'opinione di provincia che era prima sistematicamente sottoposta alle ventate del nazionalismo e alle suggestioni del colonialismo di D'Annunzio e Scarfoglio? In qual misura questo adeguamento tra stampa e opinione pubblica (divenute ormai due realtà autoctone, espresse l'una dall'altra, e frutti entrambe di una medesi~a situazione paesana, cittadina o regionale) ha potuto favorire una evoluzione civile delle coscienze e delle mentalità? A queste domande solo un attento esame della stampa meridionale e delle condizioni in cui essa si sviluppa può dare una risposta esauriente. .. -- .. - La maniera in cui il Mezzogiorno ha partecipato alla vita politica del Paese è stata sempre sintetizzata da un governativismo ad oltranza, da un veloce ed abile allineamento sulle posizioni ufficiali, da un conformismo dominante in alto e in basso, nel generale e nel particolare, del giornale rispetto al Governo, del deputato rispetto al Presidente del Consiglio, del1' elettore rispetto al suo deputato, del cittadino rispetto al Sindaco, dell'imputato rispetto al. <<paglietta » : caratteristiche precipue di una zona civilmente ed economicamente arretrata, nella quale alla tradizionale benevolenza di questo o quel potente non è ancora subentrata la coscienza del proprio diritto e la decisione di farlo valere. Da queste condizioni sorgono due teorie concomitanti, che definiremo del <<tecnicismo >>e del <<galantomismo»: una visione, cioè, sostanzialmente apolitica, o meglio omnipolitica, nella quale l'individuo appartenente alla classe dirige.nte vien valutato in base alle sue capacità tec11iche,alla sua <<competenza » od eccellenza in una determinata branca dello scibile, e condannato o assolto in base alle apparenze del suo comportamento privato (l'onestà, la generosità, la confidenzialità del potente!), senza che ci si ponga il problema politico dell'adesione o del rigetto delle sue idee. Il partito unico è il logico sbocco di tali teorie: ed abbiamo visto che, durante il fascismo, questa mentalità è stata incoraggiata, alimentata, sorretta, fino a creare in ogni piccolo centro una piccola piramide di servilismo e di omertà, fatta ad immagine e somiglianza di quella grande della Capitale, con la quale i rapporti e gli scambi divenivano camerat~schi e fruttuosi: ora che si poteva finalmente fingere di essere <<concordi>>sulle questioni di fo11do (socialismo e capitalismo; religione e laicismo; pace e guerra), cioè comodamente ignorarle, non restava che pensare ai particolari. Ed i particolari sono tutto quello che è vera-- mente caro alla mentalità del maggiorente meridionale: la conquista del [66] BiblotecaGino Bianco

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