Paiermo tre, M~ssina, Cagliari e Sassari due ciascu11a; la Gazzetta di Bari si diffonde largamente in tutta la Puglia e la Calabria (nelle quali pur esistono giornali a diffusione locale come Il Corriere del Giorno a Taranto _e La Voce di Calabria a Reggio) ed in Basilicata. In complesso, dunque, la stampa locale del Mezzogiorno _appare oggi, dal punto di vista quantitativo, molto più in grado di soddisfare il mercato dei lettori di quanto non lo sia mai stata (2 ). Ma questa fioritura postfascista, più che risol~ersi - per le ragioni che esporremo in seguito - in un innalzamento del livello politico ed editoriale della stampa di provincia del Mezzogiorno, ha contribuito a determinare un altro fenomeno: la diminuita diffusione della stampa romana e napoletana nelle regioni in parola. Lo spazio che occupavano nell'opinione pubblica del ·Mezzogiorno, prima e durante il fascismo, Il Giornale d'Italia ed Il Mattino, latori dap-- prima dei messaggi dei De Frenzi e degli Scarfoglio (di cui i lettori meridion.ali divennero avidi) e poi delle direttive ufficiali emanate dalla lontana Capitale, sta diventando relativamente più limitato: esso sembrò, negli an11i scorsi, essere in parte ricoperto dal Tempo di Roma, ma l'influenza del giornale di Angiolillo si avvia oggi a subire lo stesso declino che è toccato al suo confratello romano della sera, mentre assai più sporadica di un tempo appare la penetrazione dei napoletani Mattino e Roma a sud del1' ambito di diffusione della Gazzetta del Mezzogiorno. Ma in che modo questa stampa locale, divenuta entro certi limiti auto- { 2 ) È addirittura superfluo sottolineare il valore relativo di una simile afferma- . zionc, riferita ad una zona civilmente depressa - come la nostra - la quale offre una bassissima percentuale di lettori rispetto alla popolazione. Nonostante che in tutto « il Mezzogiorno continentale e nelle Isole, che raggruppano circa il 37% della popolazione italiana, solo in 9 delle 32 provincie escano giornali quotidiani>>, si può dire che - date le condizioni attuali - le esigenze del mercato locale vengano soddisfatte2 almeno per quanto riguarda il pubblico medio dei lettori; mentre le sparut~ élites intellettuali del Mezzogiorno continuano ad essere - come vedremo in seguito - tributarie della grande stampa nazionale. Cfr ., al proposito, <<Panoran1a di una stampa asservita alla reazione» in Rz·nascita (<<Inchiesta sull'anticomunismo», a. XI, n. 8-9, agosto-settembre 1954), condotto con comprensibili criteri di parzialità. Vedi anche, per il nostro argomento, <<La stampa siciliana e sarda» su Belfagor, a. VI (n. 4, luglio 1951). Per vari orientamenti di giudizio intorno al fenomeno della stampa italiana in generale, ci siamo giovati delle ottime <<schede sulla stampa italiana>> mensilmente redatte da Sam Carcano per la rivista Co1nuni.tà. [65] Bibloteca Gino Bianco
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