ciando. Le posizioni più polemiche vengono assunte appunto dai giovaini: sfavoriti nei confronti dei più vecchi anche agli effetti dell'anzianità di disoccupazione, essi sostano negli uffici di collocamento più a lungo degli altri, malgrado sovente non abbiano minori necessità di guadagnare. In queste circostanze si ha più concreta la sensazione dell'aspro dissidio di classe al quale la <;ituazione sociale ed economica del Paese ha dato luogo: il normale apparato burocratico di un ufficio di collocamento suscita nei giovani un preciso rancore verso certi ceti rappresentati nella burocrazia. Il distacco che 11 vetro di uno sportello pone fra collocatore e disoccupati è un tenue argi,ne al risentimento di centinaia dì persone, le quali malamente mettono a cor1tronto la loro condizione un1ana con quella di i1npiegati, appartenenti a categorie sociali che essi ritengono privilegiate. Così, preso dalla tensione di un'attesa che appare interminabile, il disoccupato acquista una convinzione del tutto svisata dei rapporti che costituiscono la vita di relazione di una civile comunità. Imposta dagli elementi umani che la permeano, la questione del lavoro giovanile si afferma con pressante urgenza; e molte voci ,spesso da opposti campi, si sono levate ad additarla all'opinione pubbljca, alc11ne con accenti patetici, altre appoggiandosi alla fredda logica delle cifre. Nessuno, cowunque, malgrado l'imperversare dei Catoni, era riuscito a trar fuori dal buco il ragno pigro dell'inazione. Ultima1nente è stata presa dal Mi11istro del Lavoro, On. Vigorelli, una concreta iniziativa: l'istituzione a Mila110, presso ìa Società cc Umani tari a », di un corso di aggior11amen to per funzio11ari degli uffici provinciali del lavoro, sui problemi dell'occupazione giovanile. Il corso ha voluto stimolare nei funzionari, riuniti col metodo del seminario, un particolare interesse al problema dell'inserimento delle forze fresche del lavoro nel ciclo produttivo del Paese: si è molto parlato di avviarnento e di formazione professionale come fasi preparatorie all'entrata del giovane nella vita lavorativa. I problemi che ne sorgono sono talmente vasti che andrebbero più ampia1nente trattati; cercheremo comunque di ·sintetizzarli per qua11to possibile. In ordine alla prima fase (orientamento) c'è da osservare: in Italia, al contrario d1 quanto avviene altrove, l'orientamento professionale non è ancora annoverato fra i mezzi di cui lo Stato dispone per il raggiungime11to di determinati fini. Li1nitatamente a quei capoluoghi di provincia nella cui sede l'ENPI (Ente Nazionale Prevenzione Infortuni) possiede la necessaria attrezzatura, il Ministero del Lavoro attua già da qualche tempo (per determinati tipi di corsi professionali e determinate categorie di mestieri) l'orientamento professionale a mezzo dei gabinetti psicotecnici di cui il citato ENPI dispone. I giovani selezionati vengono successivamente avviati ai corsi, con pieno rispetto, da Bibloteca Gino Bianco· . \.
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