Nord e Sud - anno II - n. 7 - giugno 1955

]erno già al 15 gennaio di quest'anno risultava ridotto a 2054 persone, dalle ·7510 del primo computo successivo al disastro. A sei mesi dall'alluvione non si può certo dire, perciò, che si sia fatto poco. Ma, in verità, quel che più preme è ciò che resta da fare, è la sistemazione definitiva della zona, alla quale dovrebbe provvedere la legge Romita, di recente approvata dal Parlamento . .In vari modi, che sarebbe lungo ed inutile stare a riferire, essa prevede uno stanziamento di .12 miliardi. Da •destra e da sinistra si irride all'esiguità della somma. Nelle loro mani le opposizioni coalizzate agitano u·n'arma formidabile e, si stenta a crederlo, tanto la cosa sembra assurda ed_ inaudita, quest'arma è stata incautamente fornita loro dalla stessa maggioranza governativa, la quale, come troppo sovente accade, medita poco e lascia fare troppo. Questa volta le briglie sono state abbandonate sul collo dell'on. Carmine De Martino, deputato democristiano della provincia di Salerno, capo dei <e vespisti » al tempo di De Gasperi, in forza con ogni probabilità nei ranghi ,di «Concentrazione», ai .tempi attuali di Fanfani. L'on. De Martino, al quale era stato affidato il compito di tenere la relazione di maggioranza alla legge Romita, per sua esplicita ammissione innanzi alla IV ed alla VII Com1nissione della Camera dei deputati riunite, ha convocato i sindaci dei comuni da11neggiati e li ha invitati a fornire un elenco dettagliato dei àanni subiti .dai loro amministrati. È· vero -:- lo, dice sempre l'on. De Martino - che se · qualche Comune aveva cercato un po·' di esagerare, egli aveva subito riportato la cifra nei suoi giusti limiti, ma fatto è che, metti tu, che metto io, si è arrivati alla bella cifra di 32 miliardi. Nè il risultato poteva essere diverso, perchè è umano che chi ha avuto distrutta una botte vuota, speculi per riaverla piena, e chi ha avuto annegato un cavallo zoppo, s'industri per riaverlo sano di ga1nbe. È chiaro che si fa per dire, ma è un fatto che l'on. De Martino ha parlato di trentadue miliardi, quando i calcoli ufficiali degli organi tecnici ministeriali oltrepassavano appena i 12 miliardi. E, se si bada al fatto che in questi calcoli i danni agli acquedotti erano stati valutati a 260 milioni, mentre i progetti definitivi di ricostruzione prevedono per gli .stessi una spesa di soli 100 milioni, allora non si potrà neanche pensare che la visione ministeriale sia stata a bella posta pitturata di rosa. _Il risultato di tutta questa poco edificante storia è che le opposizioni hanno buon gioco nel mettere sotto accusa il Governo di aver stanziato una cifra irrisoria a petto delle reali necessità dei paesi danneggiati. Non esse hanno detto che i danni so·no tre volte superiori ai fondi stanziati dal Governo, ma la stessa maggioranza governativa, per bocca dell'on. De Martino. Noi non sappiamo se i dodici miliardi previsti dalla legge Romita - la quale, si badi, è limitata al settore dei lavori p:ubblici, perchè per i danni alle colture e alle attività industriali si è provveduto con altre disposizioni legislative - saranno o meno sufficienti a tutte le opere necessarie per la siBiblotecaGino Bianco ,

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