Nord e Sud - anno II - n. 7 - giugno 1955

viva soddisfazione il provvedimento con il quale è stato istituito, in sede OECE, un gruppo di lavoro per lo studio e la standardizzazione delle_ statistiche relative a tale problema. Quali che siano le cifre esatte, è certo, tuttavia, che l'emigrazione in Ger1nania si mantiene su livelli assai modesti; e per quanto riguarda agricoltura ed edilizia, occorre riconoscere che gli italiani sono stati in buona parte sostituiti da austriaci ed olandesi; ma, mentre il fenomeno si spiega facil1nentc per quanto riguarda i primi (identità di lingua, affinità di abitudini E di metodi dì lavoro, che l'Anschluss ha di gran lunga rafforzato), è invece as5ai meno comprensibile nei confronti dei secondi, a meno che non si voglia ricorrere alla vecchia, abituale spiegazione, che, per quanto scoraggiante e spiacevole, è sempre, almeno in parte, vera. Non ci si deve infatti nascondere che, mentre i nostri operai qualificati riscuotono, in Germa11ia~ profonda stin1a e simpatia, per la loro riconoscìt1ta serietà e capacità professionale, la nostra manovalanza ed il bracciantato agricolo non ne godono altrettanta, soprattutto se di provenienza meridionale. I tradizionali pregiudizi dei popoli nordici per quelli del Sud si sono particolarmente acuiti in seguito a recenti esperienze, non ancora dimenticate. Nell'immediato dopoguerra si sono infatti riversati in Germania e altrove, specialmente provcnien ti dal S11d, un gran numero di piccoli e non sempre onesti speculatori, dediti per la maggior parte alla borsa nera, delle cui gesta si parla ancora nelle 11ostre cronache giudiziarie; costoro hanno, molto più di quanto in genere ci piaccia credere, danneggiato e pregiudicato la vera e coscienziosa emigrazione meridionale. Tuttavia sarebbe fuori luogo attribuire a certi · episodi un valore determinante ed esclusivo. Se in Germa,nia si manifesta ora una preferenza, chiaran1ente denunciata anche dalle cifre, nei confronti dei lavoratori austriaci ed olandesi, rispetto a quelli italiani, ciò dipende soprattutto da fattori di carattere, fra i quali il rafforzato pregiudizio verso l'e111igrante italia,no in generale, e meridionale in particolare, opera come fattore di selezione negativa, in quanto Austria ed Olanda sono oggi, anche esse, in grado di esportare mano d'opera. Pe1 tar1to, qualora si voglia finalmente impostare i11 Italia una politica mig1atoria coerente, si deve tenere nel dovuto conto anche l'elemento concor1·enziale, che, in taluni paesi, comi,ncia a contrastare, con successo, le possibilità di collocamento di mano d'opera italiana (N orcl e Sud} a. II, n. 3 e 4). D'altra parte, come risulta da una inchiesta Doxa, promossa dalla Direzione Generale dell'Emigrazione e pubblicata nel n. 3 del Notiziario (marzo 1953), la Germania non è certo il paese verso il quale è bene indirizzare, allo stato attuale delle cose, le aspirazioni dei lavoratori italiani che vogliono emigrare. In verità, mentre si deve ritenerè, conformemente all'opinione de• gli economisti, che in Germania possano trovare lavoro un certo numero di [53] Bibloteca Gino Bianco

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