qualcuno dei suoi averi. Queste constatazioni confermano quella fondamen• tale dell'inesistenza di un'organizzazione tecnico-industriale della delinqt1enza, e dell'orientan1ento « individualistico » o <{ artigiano » della malavita napoletana. Ora, sulla base di queste osservazioni, che potremmo addirittura definire « scoperte », tanto esse contrastano con l'opinione corrente sulla cc onestà » di Napoli, il Questore e i suoi funzionari ritengono; che il problema della sicurezza pubblica a Napoli sia più un problema da risolvere con i vigili urbani che con la squadra mobile. Vigilanza capillare, continua e onnipresente, quindi, e non intervento occasionale da parte di nuclei specializzati e fortemente agguerriti. ·Il controllo dell'ufficio studi ha permesso di individ11are le zone dove i reati tipici e più frequenti vengono consumati con 1naggiore costanza. Queste località del nucleo urbano formano nel loro insieme un itinerario, la « via del delitto », che squadre di agenti della « turistica» e di altri reparti sorvegliano dislocandosi in punti strategici e costituendo « isole di sicurezza ». È in fase di attuazione un piano accuratamente studiato, e in alcuni quartieri la curva della delinquenza è già in declino. Lo dicono i dati dell'ultimo semestre, che abbiamo omesso di citare nel dettaglio per evitare lungaggini. Questa è dunque Napoli e la sua inguaribile inclinazione a gabbare il prossimo. Jl fenomeno esiste, crediamo di poter dire ai fautori delle opposte tesi, ma fortunatamente è limitato e circoscritto da particolari fattori. Soprattutto, esso non è affatto incoercibile nelle sue manifestazioni esteriori; la maggiore difficoltà si presenta invece allorquando si intende combatterne le cause, che sono di natura economica e sociale. Anche la malavita è a Napoli, nei suoi aspetti e nelle sue cause, tipicamente cc meridionale ». G. C. Emigranti in Germania Quando nel dicembre scorso l'on. Vanoni si recò a Bonn, la nostra stampa, r~eil'i!lustrare gli scopi del viaggio, accennò, in particolare, a trattative cl1e 11 Ministro avrebbe dovuto condurre con le autorità tedesche al fine di i11cre111entarela nostra emigrazione di mano d'opera in Germania. Al ter1nit,e dei colloqui e nel commentarne i risultati, la stessa stampa di infor111azione precisò che, verso la fine di gennaio, u11a delegazione italiana si sarebbe recata in Germania per negoziare l'accordo di emigrazione nei suoi aspetti tecnici; e per dare, in tal n1odo, concreta attuazione alle intese di pri11c,1pio raggiunte precedentemente a Bonn. BiblotecaGino Bianco
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