porto di lavoro e che, per ragioni di geografia economica, sono stati se1npre di pertinenza delle regioni meridionali. Se la legge del quinto non fosse stata votata, può veramente credersi che le regioni 1neridionali, le quali occupano il 29% degli addetti all'i,ndustria e commercio, avrebbero con• corso alle forniture con una quota inferiore al 20%? Evidentemente no; e se anche così fosse stato, ciò avrebbe denunciato una situazio,ne tanto grave, da richiedere, per un effettivo riequilibramento, una legge del quarto invec.é cl1e del quinto. Se ne deve quindi ded11rre che il quinto stabilito daiìa legge vale in aggiunta alle normali forniture; e che esso va trattenuto per ogni singola gara, così come, del resto, è stato esplicitamente dichiarato i11 un'apposita circolare della Presidenza del Consiglio dei Ministri. v-01-remmo ora concludere con alcuJ?.e raccomandazioni dirette rispettivamente agli organi di Gover,no, alle a1nministrazioni statali, agli industriali settentrionali e a quelli meridionali. Agli organi di Governo vorremmo ricordare che gli anni trascorsi dalla e1nanazione del provvedi1nento ad oggi sono stati anni di assesta1nento, e che le ragioni che sono state all'origine dell'adozione di un trattamento specifico per le aziende meridionali hanno assunto oggi, nel quadro del piano Vanoni, una ancora più precisa definizione: i tempi dell'industrializzazione sono diventati più urgenti, e, se il piano Vanoni prevede un raccorciame11to delle distanze tra i redditi industriali prodotti nel Nord e quelli prodotti nel Sud - per cui se oggi il rapporto è di 82 contro 18, alla fine del 1964 dovrebbe risultare di 72 contro 28 -, un simile risultato non può ovvia1nente ottenersi se non manovrando tutte le leve di potenzia1nento dell'apparato produttivo meridionale. A tale proposito occorre rilevare come, non soltanto le aziende statali, ma anche tutti gli Enti e gli Istituti pubblici, che lavorano per conto ed incarico dello Stato, devono essere invitati all'appli-· cazione della legge del quiinto. Alle amministrazioni statali vorremmo ricordare che sono i funzionari ad :ipplicare le leggi votate dai Parlamenti. Ci sembra che durante questi mesi si sia riscontrata, per alcuni funzionari, una certa tacita resistenza ad abbandonare una routine adottata da anni; e una certa riluttanza ad immettere nuovi for11itori accanto a quelli tradizionali. Scrupolosità amministrativa? Fiducia radicata ed esclusiva nei confronti di ditte collaudate attraverso anni di seri e soddisfacenti rapporti? Può darsi, ma può darsi anche che, in certi casi, dittro la discussione sempre riaccesa sui due punti che abbiamo esaminato, si celino pregiudizi verso le industrie meridionali e 1nagari accentuate simpatie verso le industrie settentrionali. Si fa dunque appello alla sensibilità e alla competenza dei funzionari, affinchè vogliano intendere le ragioni supe1iori che presiedono al provvedimento in questione e ne raccomandano la pìù integrale applicazione. Agli jndustriali settentrionali vorremmo rivolgere una sollecitazione e BiblotecaGino Bianco
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