...... L'Allo Commissariato durò fino al 1935, poi cominciarono le guerre e si riprodusse, per l'industria napoletana, malcresciuta in tempi di autarchia, la. situazione del 1915; una situazione che non durò, questa volta, solo tre a11ni, ma diecì; e si concluse con ben altro e più triste bilancio. Fu precisamente nel 1945 che, in un Convegno indetto presso la Camera di Commercio di Napoli, si ricominciò a parlare di riserve di forniture per le azie11de meridionali. Si ricl1iedeva, da parte di un gruppo di studiosi, il ripristino di q11ei criteri che avevano guidato i legislatori dell'Italia prefascista. E però, in considerazione dell'industrializzazione del Mezzogiorno, si propo11eva appunto l'estensione dei benefici a tutta l'Italia meridionale, e quindi l'aumento della quota da riservare: da un ottavo a un sesto. Fu questa l'origine della legge del 1945 per un sesto del materiale mobile ferroviario e della legge del I 946 per il sesto dei lavori di ricostruzione, riparazione, manutenzione di navi, attrezzi ed accessori della Marina Militai e; e fu anche !'·origine di un'altra legge del 1946, per il sesto delle for11iture e lavorazioni occorrenti alle varie Amministraz.ioni dello Stato. Infine, dopo l,emainazione dei primi provvedimenti a favore della i11dustrializzazione, è stata emanata, nel I 950, « la legge del quinto ». Questa legge, come si è detto, consta di due soli articoli. Il primo sa11cisce robbligo per l'Amministrazione statale di riservare u,na quota delle ~ue forniture alle aziende industriali meridionali. Il secondo, oltre le modalità pratiche di applicazione, specifica che il valore di detta quota non può essere, in alcun caso, inferiore al quinto di ciascuna fornitura . .Ln sede di relazione, l'opportunità di un intervento riequilibratore dello Stato fu giustificato dalla situazione di vantaggio di cui potevano avvalersi le azie11de settentrionali nei confronti di q11elle meridionali: esistenza deì fattore agglomerativo, minori spese di trasporto, possibilità di più econo111ichefonti di energie, maggior grado di addestramento dei lavoratori, maggiori consumi, e, quindi, più elevati livelli produttivi. Si voleva così soddisfare un complemento fondamentale delle esigenze della politica meridionalistica: assicurare, attraverso la garanzia di un certo numero di commesse, nel periodo di avviamento verso un 1111ovoordine eco11omico, un aiuto diretto alle aziende già operanti, se pure spesso in condizio11i precarie. N 011 si poteva e non si doveva trascurare questo problema nel momento in cui si intraprendeva un'azione diretta a creare il « capitale .fisso sociale » e; conternporaneamente, o in una fase immediatamente successiva, a favorire il sorgere di nuovi strumenti di produzione. Un controllo meramente aritmetico delle percentuali attribuite al Sud nel complesso delle forniture statali, r11o&trache esse non sono state mai ,inferiori al 20%; ma ciò non prova che la legge sia stata integralmente applicata dal punto di vista economico. Vi sono, infatti, due punti sui quali verte la discussione: la questione dei prezzi e quella delle gare. Bibloteca Gino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==