Nord e Sud - anno II - n. 7 - giugno 1955

letariato comunista. La domanda è dunque la seguente: può il P.L.I. interven.ire nella crisi della destra monarchica per catturare le misere plebi che trascorrono dai monarchici ai comunisti con una politica di conservazione economico-sociale? È appena necessario avvertire che una prospettiva del ge- · nere sarebbe completamente destituita di senso comune. Esiste, tuttavia, un ben diverso settore della destra monarchica che ha effettive propensioni conservatrici e sul quale il P.L.I. potrebbe sperare cli esercitare qualche azione: ma anche qui un rapido esame della situazione interviene a togliere ogni illusione. Se si guarda, infatti, alla storia elettorale italiana degli ultimi dieci anni si vede subito che questa opinione conservatrice ha sempre oscillato tra i monarchici e la De1no.crazia Cristiana: nella « grande paura » del '48, essa è corsa a far argine al comunismo ponendosi sotto la protezione del partito cattolico; dopo non ha esitato a rinforzare la destra di opposizione più decisa e non può esservi dubbio, che sarebbe pronta « a ricovrarsi sotto le grand'ali » del perdono di Fanfani ove avvertisse la necessità di costruire un nuovo «argine» . .Il conservatorismo di questi settori non ha precise vocazioni economiche, non esprime l'esigenza della tutela di determinati interessi corporativi, ma vuole solo il mantenimento di un certo ordine morale) manifesta la volontà e, se si vuole, i pregiudizi di un ceto sociale piuttosto che di una classe economica. È qualcosa di simile all'oscillazione di larghi settori di opinione monarchica della Francia dei primi anni della Terza Repubblica, quando cioè i monarchici cedevano sul piano del problema istituzionale ai repubblicani moderati contro la garanzia dell'ordre morale. Non è certo un caso che, come s'è accennato, i11 Italia si sia avuta la stessa oscillazione tra Partito Nazionale Monarchico e Democrazia Cristiana, poichè, se si fa attenzione, l'oscillazione non è tra due partiti con un pro- . gramma economico conservatore, ma tra due partiti che parevano garantire meglio di altri l'ordine morale: quando Lauro metteva innanzi il suo slogan « Dio, Patria e Re» offriva ai suoi potenziali elettori una sintesi di entrambi gli elementi fondamentali di questo « ordine n, la religione e la monarchia. Come si vede l'operazione di chi vuole cc liberalizzare la destra» è un'operazione senza oggetto: poichè manca, per paradossale che ciò possa sembrare, niente altro che la destra da liberalizzare. Del resto le elezioni parziali successive al 7 giugno '53 hanno mostrato esattamente che la destra è già in crisi nel paese e che le sue varie componenti hanno gia trovato la loro strada: i piccolo-borghesi del M.S.I. quando riescono a svuotare l'inganno nazionalistico obbediscono piuttosto al riflesso di chi è economicamente proletario che a quello di chi è socialmente quasi-borghese ed emigrano all'estrema sinistra; analogamente il sottoproletariato urbano quando si sottrae alla suggestione monarchica è proiettato dalla sua condizione di miseria alla sinistra dello schieramento democratico; non è certo un liberalismo che accentui il suo conservatorismo che può riportare i primi, e tanto meno il secondo, su [37] Bibloteca Gino Bianco •

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