'' Dieci milioni'' di coltivatori diretti di Carlo Turco Si sono concluse, sul finire del marzo scorso, le tanto discusse elezioni dei Consigli direttivi delle Casse mutue comunali, che hanno così dato principio all~attuazione della legge 22 novembre 1954, n. 1136, concernente l'estensione della assistenza malattia ai coltivatori diretti. Sulla rilevanza innovativa di questa legge c'è unanime consenso: sia perché essa inst~ura princip1 nuovi nella nostra legge assistenziale (l'estensione della « assistenza malattia>> obbligatoria a lavoratori giuridicamente non subordinati; la contribuzione diretta dello Stato alle spese di assistenza per tale categoria; l'auto-amministrazione dei fondi da parte degli assistiti), sia perchè pone le fondamenta di centri organizzativi, di organismi di vita sociale, in un settore come quello dei piccoli contadini «autonomi», cui ancor oggi, non ostante la presenza di alcune associazioni di categoria (come la « Conf ederazione nazionale dei coltivatori diretti» facente capo all'on. Bonomi, la « Associazione Nazionale Coltivatori Diretti» facente capo alla << Federterra >>,e altre organizzazioni sindacali), fa difetto una operante coscienza politica. Sembra opportuno soffermarsi anzitutto ad esaminare la validità di questa legge come strumento assistenziale e previdenziale; al contrario di quanto ha fatto nella quasi generalità dei casi la stampa d'ogni tendenza, la quale, app{intando la sua attenzione sulla portata politica delle elezioni · e perdendosi dietro la polemica di parte, ha finito per omettere una valutazione critica della legge e per affidarsi senza discernimento alcuno alle argomentazioni addotte dalle parti in questione. Che le provvidenze per i coltivatori diretti fossero necessarie, è rico11osciutoda tutti. Troppo nota è la miseria del tenore di vita di una larga Bibloteca Gino Bia •co I
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==