braso ed iniquo di quelli del '31, e come Jacopo Ruffini ti segherai le vene nella segreta, dannando ad eterna infamia i tuoi delatori ed i tuoi carnefici >>. - Ma dunque, - interruppe, agitando il pugno,. il Generale Capello, - dopo la guerra, caleranno ancora una volta in Italia gli Unni ed i Vandali? - - Gli Unni ed i Vandali sono già in mezzo a noi: sono fanatici che tino ad ieri hanno irriso i nostri ideali più puri, le nostre cose più sacre: Iddio, la patria, la legge, il focolare doniestico; che hanno per anni predicata, fomentata, tentata quella rivolta proletaria che avrebbe dovuto sommergere nei suoi gorghi la civiltà moderna, che vedono oggi nella guerra, non un dovere austero e terribile imposto alla nostra generazione, ma un lievito di sovvertimento e di rivoluzione, uno stromento per edificare le loro proprie individuali fortune. Questi uomini saranno domani i vostri maestri e i vostri giudici, essi infurieranno contro di voi, giudicandovi cattivi Italiani, ed onoreranno gli austriacanti, i neutralisti, i disfattisti di oggi: i Br., i Gar., i F. Qualcuno disse debolmente: Non e possibile, non è possibile... - Ciechi! - proruppe Serra, - voi seguiterete a ripetere ostinatamente: non è possibile, anche quando, ad una ad una, saranno cadute le barriere che i nostri padri posero contro l'assolutismo, e s'approssimerà l'ora della vostra rovina. Impediti nell'azione dalla vostra sensibile morale, dal vostro ossequio alla legalità, dai vostri scrupoli costituzionali, voi presterete gli stessi sentimenti ad avversari che non conosceranno ostacoli sul proprio cammino, e precipiteranno, per vetitum et nef as, agli estremi delitti. - Ma, caro Serra, ragioniamo, - disse Giovanni Amendola, - parlo s'intende non dei nostri destini individuali, che da questa sera non hanno alcun peso, ma delle fortune della patria. È possibile che un paese vittorioso cada in preda a simile disordine? Due grandi forze contrasteranno sempre in Italia ogni tentativo di dittatura: la Monarchia e la Chiesa. Un giuramento sacro fa la Monarchia garante e tutrice delle libertà costituzionali. Ma, prescindendo da questo giuramento, io domando: può l'istituto tollerare accanto a sè, anzi al disopra di sè, senza pregiudicarsi ed avvilirsi, un potere assoluto ed incontrollato? E quanto alla Chiesa, quale regime potrebbe assicurarle nel campo dell'educazione, nell'opera sociale, nel Bibloteca Gino Bianco ,,
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