Nord e Sud - anno II - n. 7 - giugno 1955

in cui si placano nel petto degli uomini gli spiriti guerrieri, voi sarete campione ardente della libertà. Il vostro teatro sarà posto all'indice, il vostro focolare violato, distrutti o dispersi i vostri ricordi più cari; ma per la libertà vi sarà dolce combattere e soffrire. « Professor Einaudi? voi spezzerete un giorno la vostra penna; l' economista non prezzolato sarà sempre inviso al demagogo e al tiranno. « Voi, Professor Ricci, perderete la cattedra; Voi Giudice *~* perderete la toga... ». Con un gesto Renato Serra fermò un giovane ufficiale, che dopo aver consegnato un foglio al ,Generale Capello era per ritirarsi: - Colpe assai gravi ti saranno un giorno imputate, Emilio Lussu. Tu non vorrai che il glorioso fante, tornato dall'inferno della trincea, sia spogliato della sua dignità di cittadino; tu non vorrai che l'Italia di Vittorio Veneto sia umiliata ed avvilita nelle ritorte della servilità; e, dopo aver combattuto per quattro anni la tirannide forestiera, riprenderai con infinita tristezza la battaglia contro la tirannide interna. A che ti varranno allora il sangue versato per la patria, le grandi gesta compiute con i piccoli fanti di Sardegna, i liberi suffragi che ti darà la tua terra? Tu sarai ricercato a morte per le vie di Cagliari, come cinghiale nei boschi di Gallura; sarai trascinato dall'una all'altra prigione come un delinquente volgare, sarai confinato sopra uno scoglio del Tirreno, tra usurai, lenoni e barattieri. Stanco di tanta miseria, preferirai un giorno affidarti a fragile palischermo al mare in tempesta, ed affrontare l'impetuoso Africa in lotta con gli aquiloni». Due occhi ardenti che lo fissavano, attrassero l'attenzione di Renato Serra. - Umberto Nobile - egli disse - due volte ti metterai per l'alto cielo aperto, verso i pallidi deserti iperborei, e i paurosi segni posti dalla natura agli estremi confini della vita non arresteranno l'insaziata tua brama a divenir del mondo esperto. Librandoti sempre più in alto e sempre più lontano, col piccolo cuore destinato a morire, oserai misurare le sedi celesti e il curvo polo, ed aprire nuove vie agli umani ardimenti. Ma quando a traverso centomila perigli avrai fatto sostanza del sogno, e colto allori non perituri, la furia vendicatrice dei nembi percuoterà la fragile ala non data ai mortali, e scemerà quella compagna picciola che ti sarà scorta al folle volo... E allora, alle cieche forze della natura, si uniranno contro di te le torbide passioni degli uomini, e giudici servili, adagiati nelle loro poltrone di cuoio, ti proclameranno imboscato e vile. « Umberto Ceva, tu sarai travolto innocente in un processo più teneBibloteca Gino Bianco

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