Nord e Sud - anno II - n. 7 - giugno 1955

le leggi di maestà, le liste di proscrizione, le confische. Di quello che fu l'armamentario della giustizia medioevale solo il cavalletto, la corda, la ruota saranno risparmiati agli Italiani. Ma i Tribunali statali sapranno rimediare a questa lacuna: i Salvotti, gli Speciale, i Galateri, infami nella memoria degli uomini, vi troveranno maestri ed emuli di ferocia e di nequ1z1e. Non pago di tutti gli stromenti di inquisizione e di coercizione, il nuovo regime esaspererà le arti di governo con cui i poteri •dispotici tengono i sudditi in continuo stato di tensione, di meraviglia, di stordimento, di ipnosi. Ogni giorno recherà confusione e tt1multo di raduni, di riti, di sagre, ,di cortei trionfali o protestatarii, propiziatorii o espiatorii, inaugurali o commemorativi. Sarà organizzata e disciplinata, intorno ai governanti, una popolarità teatrale ed orgiastica di moltitudini frenetiche, di clamori incomposti, di processioni interminabili. Si attueranno con fretta spasmodica, in un delirio di grandezza, imprese ed opere spettacolose, altisonanti, profonden·dovi le estreme risorse del popolo italiano. Si coltiverà con_ ogni mezzo l'aspettazione dello straordinario, dell'impreveduto, del prodigioso: una popolazione avvilita dall'assolutismo, oppressa dai balzelli, indebolita dalla povertà e dalla denutrizione, vedrà di continuo balenare , miraggi abbaglianti di nuovi cicli storici, di nuove ere di potenza e di gloria. Con queste arti un popolo che oggi crede di poter partire in guerra contro le superstiti trincee della feudalità in Europa, sarà ridotto in servitù. Ed a ribadire le sue catene si aggiungerà il paternalismo onniveggente e onnipresente con cui i Gesuiti governarono un giorno, nel Paraguay, l'Indiano abbrutito dalla vita della foresta. L'Italiano <<nuovo>>rinunzierà a poco a ,poco ad ogni spirito di iniziativa, ad ogni senso di responsabilità, ad ogni istinto di combinazioni, ad ogni stimolo di lotta. Egli attenderà al lavoro, agli studi, al riposo, allo svago, imbrancato con i suoi compagni in organizzazioni imposte, disciplinate, vigilate dall'autorità. Lo Stato diventerà un dio terreno, un mostruoso feti ccio a cui i singoli dovra11no sacrificare le proprie libertà e la propria autonomia; dalla fecondità dei campi alla fecondità dei talami, nulla sfuggirà al suo sguardo, e nulla esso tralascerà per tramutare 40 milioni di Italiani in materia bruta ed inerte, in gregge imbelle e vile, docile al vincastro del pastore, inetto a distinguere le vie della salute da quelle dell'abisso. La storia non avrà mai veduto sforzo più ostinato ed insano per arBiblotecaGino Bianco

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