Roberto Bracco, di cui Milano ha applaudito la sera in11anzi una fortunata commedia, discorre animatamente nel vano di una finestra con Ugo Ojetti e Pietro Croci; l'argomento è uno: la guerra. Più lontano, uno tra gli uomini più benemeriti della cultura nazionale, Luigi Einaudi, l'eminente maestro dell'Università di Torino, illustra in un crocchio di giornalisti le grandi operazioni finanziarie che il conflitto imporrà al Governo italiano, e gli è accanto un altro giovane scienziato, il prof. Umberto Ricci dell'Università di Pisa. Appartati in un angolo, due giovani parlano di nuovi ordigni di guerra, e si confidano i loro progetti, i loro sogni, le loro speranze, dimentichi del luogo e dell'ora. Essi si sono conosciuti pochi momenti prima, ma li unisce l'ardente patriottismo, l'affinità della preparazione tecnica e del talento inventivo, il comune amore per l'azione, il rischio, l'avventura. Il primo, che veste la divisa di ufficiale di Marina, evoca la gesta leggendaria di Canaris nel 1822 e sogna di rinnovarla con le risorse della tecnica moderna nella guerra navale con l'Austria. L'altro, che si è dedicato alla costruzione dei dirigibili, magnifica l'utilità dell'arma aerea per la guerra, l'esplorazione, la scienza: questi due giovani, di cui il nome, ancora ignoto, passerà un giorno alla storia, sono Raffaele Rossetti e Umberto Nobile. Frattanto nuovi visitatori affluiscono ad ogni istante: entrano il professor Giovanni Gentile, l'ex deputato Innocenzo Cappa, il Conte Pier Gaetano Venino .docente al Politecnico, l 'on. Andrea Torre, il prof. Alberto Beneduce, l'avv. ***, uno dei magistrati più integri e distinti del Tribunale di Milano, un giovane imberbe, quasi un adolescente, che è una grande speranza delle lettere e della politica italiana : Piero Gobetti; ed altri ed altri ancora. Poggiato al bastone entrò ultimo un vecchio di nobile aspetto col volto incorniciato da una candida barba; il peso degli anni aveva curvata la persona, reso incerto il suo passo, ma qualche cosa ancora, nello sguardo e nel portamento, rivelava il vecchio soldato avvezzo al comando. Egli si diresse infatti verso il gruppo degli ufficiali, accolto con i segni del maggior rispetto. A poco a poco le conversazioni particolari tacquero; l'attenzione generale si rivolse ad una discussione sempre più animata, che si svolgeva tra Giovanni Amendola e Luigi Albertini da un lato, e Renato Serra dal1 'altro. Rimproveravano i primi, e specialmente Amendola, a Renato Serra il tono di uno s_critto,comparso in quei giorni sulla Voce) e che era spiaciuto Bibloteca Gino Bianco
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