porto dell'E.C.E.: << secondo tempo» che non significa esaurimento e conclusione del << primo tempo>>, ma significa << espansione e accelera.zione del processo d'1:ndustrializzazione », apportando al tempo stesso alla politica di preindustrialt:zzazione ulteriori aggìustamenti e opportune correzioni, nel senso almeno delle concentrazioni degli interventi, del coordinamento fra di essi, del rapporto fra spesa ordinaria e spesa straordinaria. La nostra formula del << secondo tempo » della politica meridionalista è stata ripresa da un editoriale di Mondo Economico (n. 18, 30 aprile), ove si afferma che non mancano recenti sintomi di come il problema, del << secondo tempo» appuntar sia ormai avvertito << fra gli operatori del Nord a cui competono le responsabilità delle· private intraprese chiamate ad integrare il pieno sviluppo del Sud, non' meno che fra t tecnici del Sud che auspicano il rapido avverarsi di una più intensa industrializzazione»; e fra questi sintomi Mondo Economico ricorda << la nuova legge per i finanziamenti i"ndustriali nell'Italia meridionale ed insulare; la convenzione IsveimerArar-Spei per il finanziamento a pi·ccole e medie imprese industri.ali operanti nel Mezzogiorno; e infine, per citar solo le tappe principali, la costituzione (ad opera delZ:I.lv/.I., della Mediobanca, della Banca Nazionale del Lavoro e dei Banchi di Napoli e Sicilia) di un particolare Istituto per lo sviluppo di attività produttive (ISAP) ». Quest'ultimo, il cui capitale è per ora appena di due mil1:ardi, ma sembra che sarà presto aumentato per il concorso di altri enti finanziari e anche società di • assicurazioni, dovrebbe assuniere partecipazioni in determinate attivz'tà e promuovere nuove iniziative. Costituzione dell'ISAP e prestito della B.I.R.S. aprono in effetti nuove prospettive per l'industrializzazione. Ma fino a che punto siamo già allo scioglimento del nodo fondamentale che contraddistingue l'apertura del << secondo tempo» interpretando la politica di opere pubbliche e di agevolazioni creditizie con provvedimenti analoghi a quelli adottati in Gran Bretagna ( acquisto di terreni da parte dello Stato, in aree di sviluppo intelligentemente localizzate, per• la costruzione di nuovi stabilimenti, da conceàere, poi, a condizioni favorevoli per un periodo iniziale, a imprese private)? In qual modo, insomma, intendiamo accogliere e realizzare il suggerimento del rapporto dell'Economic Survey of Europe (suggerin1ento che abbiamo raccolto anche dalla viva voce del noto esperto della polz'tica di sviluppo delle aree depresse, il prof. . Rosenstein Rodan) di integrare i provvedimenti di « tipo italiano>>(Cassa del Mezzogiorno, riforma agraria, istituti di credito a lungo e medio termine) con provvedimenti << di tipo britannico » ( offerta dell'investimento fondamentale in deter1ninate zone)? Tutte domande alle quali ci ripromettiamo di cercare e sollecitare obiettive e documentate risposte al più presto. LA DEMOCRAZIA CRISTIAN A ha organizzato per gli assegnatari della riforma agraria << una fitta serie di incontri che, dagli iniziali aggruppamenti delle sezioni democristiane, si sono allargati ai singoli comprensori, per sfociare nel Convegno Nazionale di Foggia>> (Il Popolo dell'8 maggio). <<Incontri» di partito, dunque, e BiblotecaGino Bianco
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