Nord e Sud - anno II - n. 6 - maggio 1955

alla lista di sinistra per le elezioni amministrative hanno gravitato alcuni interessi ·locali d'un certo rilievo, che, come nel caso del Vice Sindaco, vi si sono direttamente inseriti per ragioni di politica paesana, oppure si sono limitati ad una funzione fiancheggiatrice, per avere amici pit1ttosto che nemici nel seno dell'Amministrazione comunale. È questo il caso della famiglia più agiata, molto vicina al Sindaco, proprietaria di terreni e di un avviato negozio. Avendo il Sindaco una carica politica provinciale, la 1naggiore responsabilità politica a Casabona ricadeva sul Segretario della Sezione Comunista, Tommaso Torchia. Costui è un sarto che aveva lasciato il proprio mestiere per dedicarsi alla lotta politica; strano tipo d'autodidatta, si era dedicato a letture disordinate, quale, ad esempio, quella di un dizionario enciclopedico. Non possedendo, nè lui, nè la moglie, beni di fortuna, vivevano e vivono con tre figli, adattandosi a tirare avanti alla meglio, in un tugurio spaventevole, privo della luce elettrica, toltagli per morosità. Nei periodi di maggior lavoro riceveva uno stipendio dal Partito Comu11ista.L'unica carica pubblica che deteneva era la presidenza della conimissione comunale per le imposte di farr1iglia, contro la quale ricorreva recentemente, per un'imposizione di 65.000 lire, proprio quel contribuente, il più agiato del paese, cl1e aveva sostenuto la lista di sinistra nelle elezioni comunali. La commissione, nell'esaminare il ricorso, ritenne troppo mite ed inadeguata l'imposta stabilita e l'elevò a 200 mila lire. A questo punto pare che sia intervenuto direttame11te il Sindaco per convincere la commissione ad accettare l'offerta del contribuente, disposto, visto l'esito del ricorso, a recedere di buon grado sulla somma fissata dal primo accertamento. Del conflitto derivatone col Torchia, presidente della commissione, si ebbe sentore allorquando questi, uscitone soccombente, presentò le dimissioni dal partito, mosso anche dalla speranza di trovare quella sistemazione personale che diveniva sempre più urgente per le sue reali condizioni di vita. Speranza non delusa, essendo egli stato assunto dalla Federazione dei Coltivatori Diretti, in qualità di attivista stipendiato. Codesta operazione politica non sembra essersi risolta in un bilancio positivo. Giacchè la pubblica opinione di Casabona, compresi gli stessi comunisti, ha giudicato il negozio politico concluso sulla fame di Tommaso Torchia con un certo distacco, giustificando il comportamento dell'ex sarto per le condizioni di miseria in cui egli si trovava. L'intervento cioè di una organizzazione partitica di categoria sembra aver avuto come risultato di disto- [81] Bibloteca Gino Bianco

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