che coalizzasse intorno allo << scudo crociato >>tutti gli interessi turbati dalla Amministrazione in carica e tutte le ambizioni deluse. Tra queste, andava compresa quella di Ape Rodolfo, l'ufficiale postale, che sembrava ·mal tollerare il ruolo subordinato di vice-sindaco. Essendo però troppi gli aspiranti alila prima magistratura del Comu11e, pur dopo vari contatti, cui non fu estraneo lo stesso Ape, non si riuscì a varare la lista 11nicad'opposizione. La sinistra riuscì ancora una volta vincitrice; e Ape, che era riuscito a reimbarcarsi in tempo nella lista degli ammi11istratori, ritor11ò al ruolo di vice-sindaco. Pare però che questi tentennamenti non gli portaI ono fortuna: nel paese corre la voce che egli venisse minacciato di trasferimento in Sardegna; certo è che, dopo un colloquio co1111nsuo superiore, egli manifestò una strana conversione e cominciò a fare il << bastian contrario>> della maggioranza che lo aveva eletto, e a pericolare sempre più verso la mi11oranza. Erano i giorni in cui stava venendo a maturazione un grosso problema locale: l'assetto definitivo da dare a 600 ettari dj terreno, di proprietà del Comune e già coltivati in quote di diverso valore da vari contadini, alcuni dei qt1ali le possedevano da 30 e più anni; fra questi ultimi, alcuni congiunti del capolega Marancolo. Le soluzioni che si prospettavano erano diverse: anzitutto bisognava stabilire se dare st1bito le quote in piena proprietà o in enfiteusi novantennale, con la co11seguente diversa incidenza dell'onere fiscale; scegliere quindi tra l'esempio della cooperativa (quella locale era riuscita a sopravvivere come complesso trebbia), con una lottizzazione corrispondente al numero degli aspiranti, e l'esempio dell'Ente di riforma, creando unità economicamente autosufficienti; infine, bisognava decidere se rispettare o meno i diritti acquisiti dai vecchi coltivatori. Orientandosi la maggioranza consiliare verso una soluzione di tipo cooperativistico, prescindendo dai titoli di prelazione accampati dai vecchi possessori della terra, ne ris11ltava un danno eco11omico per i congiunti del Marancolo. A quest'ultimo non si offrivano d'altra parte in compenso soddisfazioni politiche; questo campo era ormai controllato dall'uomo più avveduto del paese, l'esattore, che aveva assunto la carica di segretario della sezione. A Marangolo non restava che reinserirsi nel gioco dall'altro lato; egli colse così al balzo l'occasione offertagli dalla defezio11e di Ape, assumendone apertamente le difese, quando quest'ultimo venne chiamato a fare l'autocritica. La rottura ormai era in atto e v'erano le premesse per BiblotecaGino Bianco
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