Nord e Sud - anno II - n. 6 - maggio 1955

posizione di aspra polemica, impostata sul discutibile argomento secondo il quale solo la presenza operante dell'estrema sinistra impediva che la « truffa >>, sospettata nella riforma, si consumasse con la << restituzione » della terra ai proprietari. Polemica che rivelava l'equivoco fondamentale della leadership politica che il movimento contadino si era dato. Difatti, delle due l'una: o il P.C.I. si serviva di tali schemi per difendere una presunta unità politica e sindacale, ancor più necessaria di prima (e pur sempre, con la diffusione di una verità ad usum delphini, esso si rifiutava di portare alle estreme conseguenze un esperimento di sostanziale democratizzazione delle masse); o, ancor peggio, esso perseguiva finalità estrane agli interessi concreti del mondo contadino, confinandolo in u11a opposizione al regime democratico più che a questo o quel governo. Comunque sia, questo sostanziale rifiuto, da parte del P.C.I., di promuovere il movimento sindacale dei contadini calabresi a quella posizione di polemica responsabile, pur se aspra, propria della tradizione sindacale riformistica, dava i primi frutti politici proprio nelle elezioni del 7 giugno. Difatti, l'incremento del partito comunista (che nel complesso della circoscrizione calabrese era passato, dal 12,1% del '46 al 20,9°/4, facendo progredire il fronte delle sinistre dal 24,8% al 33,5%) era avvenuto a spese delle zone non interessate alla riforma, giacchè nel comprensorio dell'Opera Sila, dove le fortissime posizioni del '46 erano state ancora consolidate nel '48, non solo nel '53 ,l'espansione comunista appariva inferiore rispetto a quella che si verificava nei territori viciniori, ma cominciavano a rivelarsi sintomi di una sensibile flessione. Ed indicativi in tal senso sono i dati di un centro come Crotone, dove, pur essendo esso collocato nel cuore della zona di riforma, gli e.ffetti politici di questa avrebbero dovuto rivelarsi in misura minore, data la presenza di un proletariato industriale di radicate convinzioni politiche. Eppure, a Crotone, il fronte delle sinistre, che nel '48 aveva riportato il 53,06% dei voti e nel '52 era passato al 57,10%, nel '53 si contraeva al 49%, perdendo rispetto alle precedenti elezioni 345 voti (da 8109 a 7764) sfuggiti prevalentemente al P.C.I. (da 6315 a 5896) e solo in minima parte riassorbiti dal P.S.I., che invece era riuscito ad ancorare quelli degli indipendenti di sinistra. A questi primi risultati di una politica riformistica, si aggiungeva una Bibloteca Gino Bianco

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