la sensibilità della base, ma spregiudicatamente politico al vertice; il quale sentiva la riforma sia come una propria conquista, sia come un tentativo d'utilizzazione, sul piano legalitario, di energie accumulate a fini rivoluzionari. Dall'altro lato, pur prescindendo dai comprensibili risentimenti dei grossi interessi padronali o.ffesi, v'era una ebollizione di medi e piccoli interessi, vaganti alla ricerca di nuovi centri di equilibrio, dopo lo sconvolgimento di quelli corrispondenti alle 350 aziende espropriate. Infine, all'esperimento si guardava con freddezza, tranne casi isolati, da parte della stessa rappresentanza politica del partito di maggioranza, nella cui base elettorale confluiva gran parte della borghesia calabrese, e si riconoscevano quindi anche quegli stessi interessi di cui dicevamo. La misura delle difficoltà affrontate dall'Opera Sila nel muovere i suoi primi passi, tra borghesi diffidenti e contadini ostili ad ogni collaborazione, può desumersi dalle polemiche suscitate dalla presentazione dei suoi bilanci; e può desumersi dalle crisi di dirigenza che si seguirono a breve distanza: crisi solo in parte originate dagli errori inevitabili di una fase sperimentale, ma in sostanza causate da motivi politici, in quanto politiche erano le accuse su cui si imperniavano le polemiche condotte fl dagli stessi esponenti locali della D. C.; i quali, peraltro, rivelavano tutta ~ ; la loro miopia quando insinuavano che l'Ente doveva essere utilizzato ai ! · fini del partito, anzichè preoccuparsi affinchè il partito venisse localmente · impegnato ai fini della politica da esso stesso decisa al governo, e della quale l'Ente era l'espressione. Ma su queste polemiche soffiava forte la grande stampa meridionale, quella stessa che oggi, attraverso i voli lirici di qualche frettoloso e male informato inviato speciale, suona la grancassa sui risultati politici della riforma; ma che a suo tempo non lasciò nulla di intentato per crearle intorno un clima ostile: dalla polemica aperta al discredito diffuso con l'ironia sussurrata a mezza voce. Ma intanto le terre venivano espropriate, assegnate, più razionalmente coltivate; venivano iniziate le consegne del bestiame e si poneva mano alle opere di bonifica. Era però inevitabile che tali iniziative, muovendo dall'alto, venissero a configurarsi come paternalistiche, in quanto nulla concorreva dal basso a qualificarle come riformatrici. I ceti medi, anche quelli che si riconoscevano nel partito cattolico, erano in una posizione di diffidente attesa; quanto al mondo contadino, esso rimaneva bloccato dai comunisti in una [68] Bibloteca Gino Bianco
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