giunto via via da ciascun paese. Ora non vorremmo che nell'impostazione della cosa l'accento andasse a cadere proprio su questo terzo punto. Se questo istituto deve sorgere~ ben venga, e ben venga a Napoli, capitale della più antica e civile area depressa del globo, questo l\1ezzogiorno d'Italia, dove s'incontrano le grandi vie di comunicazione fra le aree depresse di tutti i continenti; ma si tenga presente che ur1 Istituto siffatto si giustifica solo nella misura in cui saprà essere un centro di studi severi ed organizzati, dove poco si parli e molto si operi, dove molto si faccia e poco si mostri. Questo istituto avrà bisogno, quindi, soprattutto di edifici per allogarvi sale di studio e di riunione, biblioteche e documentazioni. Che questi edifici si trovino, o sorgano, nella zona della Mostra d'Oltremare è possibile, e Napoli sarà ben lieta di mettere a disposizione delle Nazioni Unite quello di cui esse potranno qui aver ·bisogno; ma non si dimentichi che il vero complesso della Mostra d'Oltremare per estensione ed importanza non è formato dagli edifici, ma dai teatri, dalle arene, dai parchi di divertimento, dalle -pisci,nej dai ristoranti, dai cinematografi, dai molti e molti metri quadri di giardini e di viali, da chilometri di strade asfaltate. Tutto questo, evidentemente, non serve affatto all'Istituto da crearsi e non può, nè deve essere, d'altra parte, sottratto alla cittadinanza. Epperciò, nel mentre ci sembra di dover assentire all'iniziativa presa dal Governo italiano, augurand·o che essa trovi pronto e favorevole accoglimento da parte degli altri governi interessati, ci sembra necessario insistere e ribadire l'idea, esposta fin dal primo numero di questa rivista, di liberare dai muri di ci!nta ed aprire a tutti i cittadini, in ogni tempo dell'anno, questo ampio e confortevole angolo della zona flegrea. Il gravoso condomi.nio che oggi dà vita all'Ente Mostra d'Oltremare, co,n conseguente, notevole, ed allo stato delle cose, inarrestabile emorragia di denaro pubblico, deve sciogliersi, per dar vita ad un ridimensionamento dell'Ente, più conforme ai suoi fini e possibilità attuali. Sta ora per aprirsi la Mostra internazionale del petrolio: durerà 15 giorni, dal 5 al 20 giugno p.v. Può un complesso come quello della Mostra d'Oltremare vivere per quindici giorni all'anno? Si dirà che accanto alla Mostra del Petrolio vi sarà la Primavera napoletana della prosa al Teatro Mediterraneo, gli spettacoli lirici ed i concerti all'Arena flegrea, le gare nazionali ed internazionali di nuoto e pallanuoto in piscina, la fontana luminosa coi nuovi e più sgargianti colori, il luna-park con gigantesche montag-ne russe e ruote e gru ·panoramiche; e va bene, anzi, benissimo. Ma tutto questo, di grazia, che cosa ha a che fare con l'Ente della cosiddetta Mostra d'Oltremare? Ci si accuserà di esser malari di « mostrafobia »; ed è vero, ma come noin avere questa salutare malattia, quando ad un recente convegno sul turismo abbiamo sentito proporre da una simpatica e degnissima persona la creazione di una mostra perma,nente dello spirito napoletano? L. A. BiblotecaGino Bianco
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